Donne in lotta: querela alle forze dell’ordine

Martedì le donne in lotta della Mala Servanen Jin hanno protocollato una querela rispetto alle violenze subite durante lo sgombero del 24 maggio. A seguire le procedure legali sono gli studi legali Checcoli e Menzione.

Di seguito il testo del comunicato stampa.

NON DEVE PIU’ ACCADERE

Il 24/05/2017 la polizia in assetto antisommossa sgombera con violenza la Mala Servanen Jin (Casa delle Donne che Combattono). Un luogo autogestito da donne, di tutte le età e provenienze, nato l’8 marzo nel contesto delle mobilitazioni internazionali contro la violenza di genere.

Le donne della Mala Servanen Jin, recuperando lo stabile di Via Garibaldi 192, chiuso da anni e abbandonato al degrado dall’Amministrazione Comunale senza alcun progetto di riuso, hanno attuato in questi mesi un’opera di recupero e riqualificazione dello spazio, restituendolo alla città per attività a scopo sociale e abitativo, il cui valore non può essere ignorato.

Così come non si può continuare ad ignorare la violenza quotidiana che le donne subiscono tanto tra le mura domestiche quanto in un contesto sociale sempre più barbaro che le discrimina sul lavoro e nell’accesso ai servizi senza offrire soluzioni reali per uscirne.

La mattina del 24 maggio diverse camionette e decine di agenti con caschi, scudi e manganelli, senza preavviso e guidati da una gestione sconsiderata della piazza e dell’ordine pubblico, ponevano i sigilli allo stabile per chiudere questa esperienza e alle donne riunite in presidio che chiedevano spiegazioni rispondevano con la violenza delle cariche, delle percosse e degli insulti sessisti. Un intervento tutto “muscolare”, attuato con la blindatura di una delle principali vie di accesso alla città e sotto gli sguardi allibiti dei vicini e degli studenti dell’Istituto Matteotti che dalle finestre della scuola hanno assistito al presunto ripristino della “legalità”.

 Lo stesso uso della violenza mascherata da ordine pubblico che ben rappresenta il modo con cui, in questo paese, viene messa a tacere qualsiasi istanza di riscatto e autodeterminazione

4 donne sono finite in ospedale con referti fino a 30 giorni di prognosi, trauma cranico, braccia rotte, lividi e contusioni su tutto il corpo solo per affermato che la questione di genere è diventata un’urgenza, da affrontare senza ipocrisie e luoghi comuni,  bensì a partire dai bisogni reali.

Queste donne hanno deciso di non tenere la bocca chiusa e continuare il percorso contro soprusi, umiliazioni e prepotenze, comprese quelle poliziesche, sporgendo querela, assistite dagli studi legali Checcoli e Menzione, per evitare che mai più, né a Pisa né altrove, possano ripetersi simili violenze.

L’esperienza della Mala Servanen Jin non può essere fermata perché le donne che hanno liberato lo spazio di Via Garibaldi non hanno intenzione né di tacere né di tornare a casa bastonate.

Non saranno i manganelli a fermare la marea femminista.

MALA SERVANEN JIN

Pisa 18/07/2017

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