La protesta contro la squadra ciclistica israeliana dilaga!
Dai primi metri di percorso a Lucca fino all’arrivo in Piazza dei Miracoli, la decima tappa del Giro d’Italia si tinge di rosso, verde e nero. Decine e decine di bandiere palestinesi sono riprese dalle telecamere della Rai, bandiere portate da chi si mobilita in solidarietà con la Palestina, di chi si oppone all’uso di una manifestazione sportiva come operazione di propaganda a favore di Israele.
Bersaglio della protesta, promossa da BDS Italia, è la squadra Israel Premier Tech, fondata dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams con l’obiettivo dichiarato di fare sportswashing per conto del regime di apartheid israeliano. Adams ha rilasciato dichiarazioni in cui fa riferimento al genocidio perpetrato da Israele nei confronti della popolazione palestinese come “il bene contro male e la civiltà contro le barbarie”.
L’entità sionista deve la sua impunità all’appoggio dei governi occidentali e degli organismi internazionali che si rifiutano di applicare il Diritto Internazionale e sanzionare Israele. Un doppio standard rispetto alla Russia che è evidente nel caso dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), che immediatamente dopo l’aggressione russa dell’Ucraina sospese tutte le squadre russe e bielorusse e vietò tutti gli eventi UCI in Russia e bielorussia.
A Pisa la protesta ha preso vita ad ogni metro dei tre chilometri di percorso cittadino: dalla Palestra Popolare La Fontina fino all’arco dell’arrivo, dove è stato impossibile per le telecamere eludere il muro compatto di bandiere della Palestina, passando per via Garibaldi con la Mala Servanen Jin e il Newroz. In via Santa Maria la facciata di Sumud (lo spazio occupato da Studentə per la Palestina) è stata ricoperta da un’enorme bandiera palestinese e durante la giornata sono stati fatti interventi dalle finestre per spiegare allə tifosə i motivi del boicottaggio. In Piazza dei Miracoli sono stati distribuiti centinaia di volantini.
In corrispondenza dell’arrivo, le bandiere della Palestina si sono moltiplicate durante la gara, con l’arrivo di molte persone che, nonostante la pioggia battente, si sono unite spontaneamente al presidio informale del movimento studentesco e dellə abitanti di Calci per la Palestina in segno di solidarietà.
In tutta Italia, l’appello di BDS a protestare contro l’inclusione della ‘Squadra Genocidio’ è stato raccolto da migliaia di persone che finora si sono mobilitate ad ogni tappa. Una protesta così dirompente che i commentatori del Giro d’Italia si sono visti costretti a riconoscerla e a riportare le rivendicazioni di BDS in diretta televisiva, facendo riferimento al ruolo del team israeliano nel promuovere un’immagine positiva dell’entità sionista.
Ma l’organizzatore del Giro d’Italia, RCS Sport, non è nuovo ad accuse di sportswashing: nel 2018 la corsa rosa partì addirittura da Gerusalemme, una decisione che scatenò proteste lungo tutto il percorso.
Gli ipocriti organismi sportivi internazionali adempiranno al loro obbligo di escludere dallo sport Israele genocida solo se costretti: per questo è importante che facciamo sentire le nostre voci e che continuiamo a mobilitarci lungo le tappe del Giro d’Italia.