Ultras diffidati contro la firma in questura

Il campionato di calcio non si ferma per la seconda ondata pandemica. In quasi tutta Italia è stata confermata la zona rossa. Si esce di casa solo per validi motivi. Divieto di uscire dopo le 22. Evidentemente andare a firmare in questura per i diffidati viene considerato motivo di necessità. Non importa se le partite vengono giocate a porte chiuse, con gli stadi deserti, senza traffico sulle strade. Continua questa “surreale” decisione dei tribunali e accanimento contro gli ultras di Pisa e non solo.

Pubblichiamo di seguito il comunicato della Curva Nord Maurizio Alberti

Neanche l’istituzione della Zona Rossa regionale è riuscita a placare la furia persecutoria contro gli ultras. Con le partite a porte non chiuse, sigillate, con le strade attorno allo stadio deserte per il lockdown, c’è e ci sarà chi dovrà recarsi in questura per firmare anche tre volte (partite in casa) o una volta (trasferta), nell’intenzione delle autorità preposte di dimostrare che il diffidato in quel momento non è allo stadio (e non ci potrebbe comunque essere, per le restrizioni), ma neanche nelle vicinanze (idem), per scontrarsi con tifosi ospiti che non ci sono, o per architettare chissà quale altra malefatta ai danni di squadre, arbitri, dirigenti, che arrivano scortatissimi allo stadio e altrettanto “in bolla” se ne vanno.
Era già surreale l’esser chiamati a firmare con le partite a porte chiuse. Adesso, con il risalire della curva dei contagi, e con il lockdown completo in una Toscana diventata “rossa”, l’impuntarsi nel non sospendere la firma ai diffidati, in occasione di tutte le partite disputate a Pisa (non solo dal Pisa S.C.) e delle trasferte dei neroazzurri, diventa non più surreale, e nemmeno illogico, ma semplicemente scandaloso, e, come già detto, puramente persecutorio. Accanimento: non ci sono altre definizioni.
I ragazzi coinvolti, vista la nuova situazione, non sono rimasti fermi alle richieste precedenti, ma hanno presentato, tramite avvocati, una nuova istanza. La richiesta: “che il prevenuto possa essere esonerato dall’obbligo di presentazione alla P.G. fino a quando la squadra del Pisa giocherà le proprie partite a porte chiuse”, dopo aver premesso che in sostanza l’attuale situazione epidemiologica proibisce di per sè gli spostamenti, e prevede già un “coprifuoco” che andrebbe oltre l’orario di alcune gare disputate allo stadio. Le risposte? Negative. Uscire di casa, munirsi di autocertificazione, andare a firmare, tornare magari a casa, per poi ripresentarsi la seconda e la terza volta, perché per la strada non si può stare, e i bar sono chiusi: questa la prospettiva per i diffidati con firma.
I Gruppi della Curva Nord e i ragazzi stessi non chiedono l’annullamento del Daspo, o la revisione totale della firma, o l’annullamento “sine die” della stessa… chiedono semplicemente una sospensione temporanea legata agli stadi chiusi e in definitiva all’emergenza sanitaria. Ma la risposta continua ad essere “no”. Vogliamo a questo punto che tutti siano a conoscenza della vessazione e del trattamento ingiusto riservato ad alcuni tifosi neroazzurri, perché un tale scempio non resti sotto silenzio ma emerga alla luce del sole, chiaro a tutti, al resto della tifoseria, alla città e all’opinione pubblica. Questo siamo costretti a subire, in quanto ultras, ma la repressione e la vostra grottesca “giustizia” non fermeranno ugualmente i nostri ideali e la nostra passione.
I gruppi organizzati della Curva Nord Maurizio Alberti

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