Via dell’Occhio: basta danni e truffe agli studenti

Questa mattina gli occupanti di via dell’Occhio, insieme all’associazione Giorgio Ricci e alla rappresentanza studentesca Sinistra Per.. hanno convocato una conferenza stampa per annunciare la presenza al Consiglio d’Amministrazione del Diritto allo Studio Universitario di lunedì 30 gennaio, ore 15,30 a Firenze.

Di seguito riportiamo il comunicato stampa in cui è dettagliatamente esposta la questione di via dell’Occhio e le motivazioni della critica all’ingiunzione di pagamento recapitata questo dicembre ad una studentessa precaria. La volontà espressa dagli studenti e dalla cittadinanza è quella di un dialogo con il diritto allo studio per trovare una soluzione a vantaggio delle esigenze di posti letto studenteschi e di incremento del patrimonio pubblico, non della sua dismissione.

Ingiunzione di pagamento ai danni di una studentessa precaria

A dicembre l’avvocatura dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana ha inviato ad una studentessa precaria un’ingiunzione di pagamento di 300mila euro per un supposto danno dovuto all’occupazione dell’immobile di via dell’Occhio avvenuta nel 2009.

Questa decisione è stata presa presa nel Consiglio d’Amministrazione del 29 luglio nel quale non era presente la componente studentesca. In quest’atto è presentata una ricostruzione faziosa e strumentale della vicenda di via dell’Occhio col chiaro intento di intimorire gli abitanti e farli uscire dall’immobile, coinvolto nell’ennesima operazione speculativa di permuta (insieme alla casa dello studente Campaldino).

La richiesta di risarcimento ai danni di questa studentessa precaria è dunque illegittima per molteplici ragioni che qui rissumiamo:

  • L’occupazione è avvenuta in un momento in cui lo stabile era stato dismesso come casa dello studente dal DSU, nè risultava in vendita nè all’asta; non portando di conseguenza nessun danno all’Azienda.

  • La residenza della ragazza in via dell’Occhio, presa in considerazione per l’attribuzione del danno, risale al 2014, a diversi anni dall’occupazione. L’attribuzione del supposto “danno economico” risulta quindi assolutamente fuoriluogo. Inoltre il canone utilizzato per quantificare la cifra del risarcimento si riferisce alle tariffe del mercato degli affitti (lo stabile sino a prova contraria è invece uno studentato), e non tiene in considerazione che i locali non hanno l’abitabilità (come ha dichiarato l’Azienda stessa).

  • I danni a cui gli immobili sono stati esposti sono da attribuire all’incuria in cui l’Azienda ha deciso di lasciali. A fronte di un documentato e sostenuto progetto di autorecupero si è preferito assistere al crollo del tetto di tre appartamenti e all’incremento dei problemi strutturali degli altri. Se non fosse per la cura e la manutenzione ordinaria che gli occupanti portano avanti da quasi dieci anni lo stato degli appartamenti sarebbe disastroso.

  • La richiesta d’ingiunzione di pagamento risulta contraddittoria in molte delle sue parti. Soprattutto detta ingiunzione non è stata anticipata da alcun tentativo di mediazione e discussione con gli occupanti, nonostante il rapporto tra DSU e inquilini di Via dell’occhio duri da molti anni.

Lo scandalo di via dell’Occhio

La palazzina di via dell’Occhio, composta da 8 appartamenti, per un totale di 28 posti alloggio, ha avuto funzione di casa dello studente dal 1979 al 2007. Essa rappresentava per il DSU di Pisa una risorsa quasi a costo zero dato che la proprietà dello stabile, cioè il Comune di Pisa, l’aveva concessa all’azienda per il diritto allo studio in comodato d’uso gratuito per oltre 30 anni. Tale contratto di usufrutto dello stabile avrebbe avuto come data di scadenza il 2009, con la possibilità di un suo rinnovamento.

Nel 2006 arriva il colpo di scena: nonostante il ricorso ai privati (per la costruzione in project financing di Praticelli), nonostante il contratto di comodato gratuito fino al 2009, nonostante l’esiguo numero di posti letto offerti dalla struttura, nonostante la mancata manutenzione della palazzina il DSU si inserisce come soggetto attivo nel piano di svendita immobiliare del Comune di Pisa (che nel 2005-2006 col piano Cortopassi svende quasi tutto il suo patrimonio immobiliare pubblico per fare cassa), acquistando la palazzina di via dell’Occhio.

A questo punto, però, è necessaria una precisazione: quella della palazzina non fu affatto una svendita ma una vendita a prezzo di mercato in piena regola per la quale sono stati spesi 1.600.000 euro di soldi pubblici.

1.600.000 euro per soli 28 posti alloggio, per altro in uno stabile che chiaramente risentiva della mancata manutenzione di anni e di un certo abbandono della struttura stessa inserita in un isolato completamente sfitto e lasciato al degrado.

L’Azienda per il diritto allo studio dopo aver comprato l’immobile l’ha svuotato della sua funzione di studentato e ha provato invano a venderlo. Il primo maggio 2009, 7 nuclei dalla composizione estremamente eterogenea liberano dall’abbandono la palazzina del DSU sfitta di via dell’Occhio: famiglie, profughi, studenti e precari ritornano ad abitare la palazzina sottraendola alla speculazione che l’ha vista oggetto. L’occupazione ha sollevato la problematica politica della gestione scriteriata del patrimonio pubblico a discapito di studenti e cittadini.

Dopo aver denunciato lo scandalo e gli interessi che stavano dietro alla compravendita dell’immobile di via dell’Occhio gli occupanti, attraverso l’associazione Giorgio Ricci hanno negli anni proposto un progetto di autorecupero, accettato dalla Regione Toscana e inizialmente anche dal Comune di Pisa e dal DSU. L’Associazione ha ideato un progetto di autorecupero dello stabile affinché esso mantenesse la sua natura di bene di tutti e fosse recuperato senza gravare sulla collettività: un modello di salvaguardia del patrimonio pubblico.

Questo progetto è stato inizialmente accettato, era stato indetto un bando regionale poi respinto per meri interessi politici dalla Dirigenza del DSU, nonostante la componente studentesca del CDA si sia sempre espressa a favore della tutela del patrimonio pubblico espressa nel progetto di autorecupero. Nel 2012 il tetto di tre appartamenti è crollato mettendo a rischio la vita degli abitanti e aumentando i danni strutturali dell’immobile. Il DSU ha continuato nella sua politica di incuranza. I danni subiti dal crollo del tetto sono totalmente dovuti alla scelta dell’Azienda per il Diritto allo Studio e delle varie amministrazioni che prevedono solo la vendita o l’abbandono dei beni pubblici.

Diritto allo studio e risorse pubbliche, un susseguirsi di truffe ai danni degli studenti

La lunga vicenda di speculazioni intorno allo stabile di via dell’Occhio è emblema delle politiche istituzionali nella gestione del patrimonio pubblico. Permute con privati con nessun beneficio per l’incremento e la funzionalità del pubblico e dei servizi agli studenti; costruzione di nuove residenze solo tramite project financing quindi sempre con un grave danno alle risorse pubbliche, siano queste immobiliari o mobiliari. Negli anni gli studenti e i cittadini hanno mostrato come questa gestione politica abbia portato solo all’esclusione crescenti degli studenti e all’incremento dei costi di gestione dell’azienda.

È significativo il taglio ai servizi previsto dal DSU a causa del del buco in bilancio ammontante a 2milione e 800mila euro. La Regione ha deciso di coprire 2milioni: il restante verrà scaricato sulle spalle degli studenti già colpiti dai tagli degli ultimi decenni e dall’ultima riforma del calcolo ISEE.

Per la prima volta la Regione Toscana ha nelle sue graduatorie (della borsa servizi) la figura dell’idoneo non beneficiario e inoltre aumenterà i costi della mensa e della fasciazione reddituaria.

La borsa servizi, presvista solo nella nostra Regione, è stata lo strumento con cui l’Azienda ha risposto all’emergenza dovuta alla riforma dell’Isee che ha escluso centinaia di studenti: neanche un’anno dopo chi aveva perso (per una truffa statale) casa e borsa di studio si vedrà tolti anche il rimborso all’affitto e la quota monetaria. Non bastasse quest’attacco il DSU ha deciso di modificare le fasciazioni Isee per la mensa e aumentarne i costi per tutti gli studenti.

In questo quadro si inserisce la cronica carenza di posti letto per i borsisti, più di metà degli idonei continuano ad aspettare il posto in residenza per più di un anno.

La permuta di via dell’Occhio porterebbe a compimento il ciclo di dismissione del patrimonio pubblico del DSU e di qualsiasi sua funzione di garanzia per gli studenti. Anzichè promuovere e riutilizzare un patrimonio pubblico la politica di svendita e speculazione continua, e questo porta al taglio dei servizi poichè i soldi per coprire dei buchi di bilancio vengono gettati nelle casse di altri interessi (tra cui spiccano banche e cooperative più volte indagate come Consorzio Etruria e Monte dei Paschi di Siena).

Continua anche lo scaricamento dei costi di queste speculazioni verso gli studenti con l’illegittima ingiunzione di pagamento recapitata alla studentessa di via dell’Occhio, con l’aumento della mensa e con il taglio della borsa servizi.

Per questo lunedì 30 gennaio saremo sotto la sede del DSU in viale Gramsci a Firenze in cui si svolgerà il CDA. La rappresentanza studentesca, esclusa dalla discussione del 29 luglio, chiederà la revoca della scandalosa ingiunzione di pagamento ai danni della studentessa precaria di Pisa. In presidio ci saranno studenti e studentesse impoveriti ed esclusi dalle politiche del diritto allo studio, per rivendicare una diversa gestione delle risorse e del patrimonio.

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