Il business della guerra dietro “gli aiuti umanitari”

Il ruolo della 46esima di Pisa in funzione dell’ipocrisia del governo

Mentre la 46ª Brigata Aerea di Pisa celebrava l’8 agosto il suo Open Day 2025 davanti a migliaia di visitatori, lo Stato italiano continuava la sua ipocrita politica in Medio Oriente: salvare pochi bambini palestinesi da un lato, fornire armi che ne uccidono migliaia dall’altro.
L’operazione puramente mediatica ha visto l’arrivo di oltre 30 bambini palestinesi evacuati con voli dell’Aeronautica Militare, celebrati come “la più grande operazione umanitaria” mai realizzata. Gesti che salvano vite, ma che rappresentano una goccia nell’oceano: mentre si evacuano 100 bambini in un anno, le stime parlano di oltre 17.000 minori uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023.
La contraddizione maggiore emerge guardando ai numeri di Leonardo Spa, il colosso della difesa controllato al 30% dal Ministero dell’Economia.


Nel 2024 l’azienda ha registrato ricavi per 12,1 miliardi (+12,4%) e ordini per 14,8 miliardi (+7,8%), con una crescita a doppia cifra alimentata dai conflitti globali e dalla “buona pubblicità” sull’efficacia degli ordigni fatta da IDF.

Nonostante il boom di profitti dalle guerre, Leonardo contribuisce “solo spiccioli” alle casse statali, mentre continua a fornire armi a Israele. Secondo l’inchiesta di Altreconomia, nel 2024 sono partiti dall’Italia verso Israele materiali militari per circa 7 milioni di euro, nonostante le dichiarazioni di sospensione.
Nella manipolazione mediatica è particolarmente cinica la scelta degli aiuti aerei a Gaza: lanci con paracadute che hanno già causato morti tra i civili (anche bambini), invece di fare pressione per riaprire il valico di Rafah. Una modalità che mantiene le apparenze umanitarie senza disturbare i rapporti commerciali.

L’aeroporto di Pisa, dal 1956 protagonista di ponti aerei in tutto il mondo, simboleggia questa contraddizione: gli stessi velivoli che trasportano bambini feriti sono dello stesso paese che produce le armi che li feriscono.

Il governo Italiano non sa dove sta di casa la coerenza: non ferma davvero la carneficina bloccando le forniture militari, né abbandona la retorica umanitaria.

Ogni bambino salvato per le telecamere nasconde una politica che ne uccide molti altri. Vale di più la vita di un minore palestinese o i 12 miliardi di fatturato di Leonardo?
La risposta, nei fatti, è tristemente chiara