Conferenza stampa No Base. Sulla campagna “il Buio oltre le Reti” – Sulla trasparenza per il territorio non si discute

Oggi alle 12.30 si è tenuta la conferenza stampa del Movimento No Base che ha presentato i primi esiti della campagna “Il buio oltre le reti” e rilanciato sui prossimi passaggi della campagna e del Movimento tutto. Di seguito il comunicato stampa, sul sito del Movimento No Base i dettagli della campagna e dei documenti ad ora rilasciati a seguito dell’inizio della mobilitazione.

La campagna “Il Buio oltre le Reti” nasce da un principio semplice: la popolazione del nostro territorio ha il diritto di sapere.
Deve sapere cosa accade dietro le reti del CISAM, deve sapere quali trasformazioni sono previste nel territorio di Pontedera, deve sapere come vengono spesi i fondi pubblici e con quali conseguenze ambientali e sociali.
La trasparenza non è una gentile concessione, ma un principio che non può essere minato da interessi di pochi a scapito di molti. La trasparenza è il presupposto fondamentale che serve alla popolazione per poter agire e decidere sul proprio territorio.

Giusto un anno fa, come Movimento No Base siamo stati sotto il Palazzo del Consiglio Regionale con una petizione firmata da oltre 8000 cittadini per richiedere le dimissioni di Bani, presidente dell’Ente Parco e primo promotore della base diffusa con una cospicua parte della stessa prevista all’interno del parco stesso. Con quel presidio abbiamo portato la rivendicazione di bloccare l’esecuzione dei lavori del primo lotto, per la cui realizzazione erano già stati stanziati i primi fondi con il DL Infrastrutture e ottenere tutti i documenti in possesso della regione sullo stato del progetto. In quell’ occasione il già presidente Giani ha chiuso ogni possibilità di interlocuzione, a partire dal rifiutare di fornirci le informazioni che in migliaia chiediamo da anni, oltre che chiudere ogni possibilità di dialogo sulla messa in discussione dell’opera.

Per questo circa un mese fa abbiamo lanciato una campagna che potesse permetterci di arrivare alla conoscenza di quel che, ad oggi, è già stato discusso nelle sedi istituzionali riguardo alla Base militare che hanno intenzione di costruire a San Piero a Grado e Pontedera.

Nelle ultime settimane questo principio è stato riaffermato con forza da parte del territorio: dopo aver redatto la nostra richiesta di accesso civico agli atti, sottoscritta insieme ad Altreconomia, Osservatorio contro la militarizzazione nelle scuole e università, Libera Pisa e Legambiente Pisa, anche la sindaca di Calci, Valentina Ricotta, e la consigliera comunale di Pontedera, Denise Ciampi, hanno presentato la stessa istanza. Nel mentre abbiamo sempre più discusso e approfondito l’importanza della trasparenza con i vari rappresentanti delle istituzioni locali.

A fronte di questa richiesta, espressione di una volontà pubblica anche più ampia delle singole realtà proponenti, il Commissario Sessa ha trasmesso una parte della documentazione richiesta. L’accesso non è tuttavia stato completo e il diniego ha riguardato proprio i documenti che avrebbero permesso uno sguardo completo e complessivo dell’opera.
Tra questi abbiamo il cronoprogramma dei lavori, il piano economico da 520 milioni,  analisi tecniche e gli atti con cui si definisce la progettazione dell’opera.

Quando nel 2022 la base era prevista a Coltano, questi stessi documenti erano pubblici.
Furono discussi in conferenze stampa, analizzati nelle sedi istituzionali, riportati dai giornali.
Oggi, per San Piero e Pontedera, la stessa documentazione viene considerata “sensibile” e sottratta alla cittadinanza.
La trasparenza è diventata selettiva. E questa selettività non è un fatto tecnico: è una scelta politica.

Nonostante ciò, la pressione fino ad ora esercitata sul ministero e sul commissario Sessa, partita dal basso e dall’unione del movimento con associazioni, singoli e cariche politiche locali, ha fatto in modo che si riconoscesse legittimità alla nostra pretesa. Il percorso verso la piena comprensione del progetto ha finalmente più chiara la strada.

Cosa ricaviamo dalla documentazione ricevuta

Molto di quel che si evince dalla documentazione rientra in informazioni di cui già eravamo in possesso, ma riusciamo comunque ad avere un quadro più complessivo e confermato.

I cinque documenti rilasciati (tre Relazioni annuali del Commissario, l’Accordo Tecnico Operativo e il Decreto Commissariale n. 1) offrono una panoramica sull’assetto amministrativo e finanziario, confermando la localizzazione definitiva all’interno del C.I.S.A.M. e stabilendo un costo complessivo stimato per l’intera opera di 520 milioni di euro. 

I documenti tracciano la storia del progetto, partito dall’area demaniale di 72 ettari a Coltano (PI), ma abbandonato a seguito delle “manifestazioni contrarie” della cittadinanza locale. Il Ministero della Difesa aveva istituito un tavolo operativo interistituzionale nel maggio 2022 per trovare soluzioni alternative nella provincia di Pisa.

La soluzione definitiva è stata formalizzata il 18 ottobre 2023, stabilendo che la nuova sede, destinata al Gruppo Intervento Speciale (G.I.S.) e al 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, sarà realizzata all’interno della base del C.I.S.A.M. (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari). La scelta è avvenuta dopo un parere favorevole delle istituzioni della Comunità del Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli.

La documentazione conferma che la sede della pista per guida sicura e del poligono a cielo aperto era stata individuata fra le aree di Ospedaletto e Pontedera. Da qui la decisione per la costruzione nell’attuale Tenuta Isabella a Pontedera.

Per il I lotto funzionale, il costo complessivo stimato era di 72,5 M€.

A seguito dell’autorizzazione, è stata aperta una Contabilità Speciale n. 6468 presso la Tesoreria dello Stato per la gestione delle spese di realizzazione e funzionamento, intestata a “COMSTR DL 32-19 SEDE ARMA CC”.

L’Accordo Tecnico Operativo e il Decreto Commissariale n. 1 del 25 luglio 2023 definiscono le responsabilità sul progetto:

  • Commissario Straordinario (Ing. Massimo Sessa): Ha il ruolo di sovraintendere, coordinare, gestire e finalizzare tutte le attività. Gode di potere di sostituzione qualora ritardi della Stazione Appaltante mettano a rischio il cronoprogramma.
  • Stazione Appaltante: È la Direzione dei lavori e del Demanio (GENIODIFE) del Ministero della Difesa, che si occupa di tutte le fasi del procedimento: attività propedeutiche alla progettazione, progettazione, affidamento, esecuzione e collaudo.
  • Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri: È il soggetto utilizzatore finale dell’infrastruttura. Ha il compito di fornire le specifiche competenze tecniche e amministrative e deve esprimere il nulla osta tecnico-operativo sulla progettazione e su eventuali varianti in corso d’opera.

Dopo la chiusura della fase di individuazione della sede (18 ottobre 2023), sono state avviate le attività per la redazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP) e del Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP).

Per accelerare i tempi di affidamento della progettazione (PFTE), il Commissario prevede di ricorrere agli accordi quadro recentemente finalizzati da GENIODIFE.

I documenti rilasciati non includono gli atti relativi alla progettualità (punti 2, 3 e 4 della richiesta di accesso agli atti da noi redatta). Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha opposto diniego al rilascio di tali documenti, motivando che la loro ostensione inciderebbe “in maniera pregiudizievole sulla tutela degli interessi inerenti la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico, la sicurezza nazionale, la difesa e le questioni militari”.

La ragione del diniego, a detta del commissario, è che tali documenti rivelerebbero dettagli sensibili come la dislocazione e le dimensioni di uffici, magazzini, aree logistico/operative, autorimesse e le caratteristiche degli impianti e delle attrezzature da ospitare negli edifici da realizzare/ristrutturare.

La campagna continua

I documenti che oggi ci vengono negati sono documenti dovuti, e per questo presenteremo immediatamente un’istanza di riesame. Allo stesso tempo invitiamo associazioni, comitati e istituzioni locali che non hanno ancora inoltrato richieste di accesso a contattarci: vogliamo costruire insieme un percorso condiviso, affinché anche loro possano presentare accessi formali per ottenere gli atti mancanti e rafforzare una pressione collettiva che sta già dando i primi risultati.

Nei prossimi mesi torneremo nei territori, nelle assemblee, nelle frazioni, per continuare a far vivere questa campagna insieme alle persone che quei luoghi li abitano ogni giorno. Perché la spinta alla trasparenza nasce anzitutto dal basso, da chi conosce il valore del proprio territorio e rifiuta che venga trasformato senza confronto, senza informazione e senza verità.

Continueremo finché non avremo piena trasparenza: nessuna giustificazione può legittimare l’occultamento di un progetto tanto impattante, in un momento in cui la guerra torna ad essere sempre più concreta

17 dicembre 2025,

Movimento No Base