A Coltano vogliono costruire una nuova base militare. A chi serve davvero?

In questi giorni, grazie al lavoro di smascheramento operato da “Una città in comune”, lista civica presente nel consiglio comunale di Pisa, la città è venuta a conoscenza di un nuovo sconvolgente progetto.
Il Governo Draghi, col decreto del Presidente del Consiglio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 marzo, ha deciso di realizzare a Coltano una nuova infrastruttura militare quale «opera destinata alla difesa nazionale». Il decreto legge 77 del 2021 si intitola “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

In poche parole a Coltano, zona periferica della nostra città, sorgerà una nuova struttura militare completamente finanziata con i soldi del PNRR. Ma che tipo di struttura sarà?

Si tratta di una nuova struttura funzionale dedicata al Gruppo Intervento Speciale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili, la cosiddetta eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, impegnati nell’attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché nelle attività delle forze speciali e delle forze per operazioni speciali delle Forze armate”.

Nel concreto a Coltano in una zona che avrebbe bisogno di ben altri investimenti, sorgerà un nuovo centro di addestramento militare per operazioni speciali: armi e cementificazione, aria di guerra e potenziamento del controllo del territorio.

Città in Comune ha espresso la volontà di chiedere chiarimenti alla giunta comunale. Chi  era a conoscenza del progetto, dato che rischiava di passare in sordina? L’ente Parco San Rossore, sui cui territori dovrebbe sorgere l’opera, ha già risposto di non essere stato assolutamente informato. Anch’esso si è espresso affinchè la giunta comunale dia delucidazioni.

Si delinea sempre di più la volontà dello Stato di non mettere assolutamente in discussione, ma anzi rafforzare, l’area militare-strategica di interesse nazionale di cui farà parte il nuovo complesso.

La zona tra Pisa e Livorno, oltre ad ospitare (sic!) all’interno del perimentro urbano delle due città diverse caserme del reggimento Folgore dell’esercito italiano, è sede della tristemente famosa “Camp Darby”, la base Americana su suolo estero più grande del mondo. Da qui partono e sono partite tutte le armi e i battaglioni per gli interventi di guerra in cui gli Usa si sono resi partecipi di morte e distruzione (Afghanistan, Iraq, Siria, Kossovo…).

Camp-darby-770x470Ma non solo: il parco naturale di San Rossore e la tenuta di Tombolo, tra Tirrenia e Coltano, ospitano anche il quartier generale del COMFOSE – Comando delle Forze Speciali dell’Esercito. Secondo il Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Graziano, in un articolo pubblicato sul periodico Rivista Militare:

«Tale comando […] sarà responsabile di garantire la necessaria unitarietà all’addestramento, all’approntamento, allo sviluppo dottrinale e procedurale nonché all’acquisizione dei materiali per il comparto Forze Speciali/Forze per Operazioni Speciali.»

E ancora la zona di San Piero a Grado ospita il cosiddetto CISAM – Centro Interforze studi per le applicazioni militari della Marina Militare, che tutt’oggi, tra le altre, ospita un reattore fermo dal 1980, il cui smaltimento delle scorie prodotte è ineseguibile.

Non possiamo dimenticarci dell’aeroporto militare della 46a brigata aerea dell’areonautica militare, teatro dell’invio sostanzioso di armamenti segretati, dopo l’apposito dpcm del governo italiano, in cui si rispondeva alla guerra in Ucraina con l’invio di armi.

L’aeroporto di Pisa è diventato il simbolo di ciò che sta accadendo nel nostro paese: pur di inviare in tempi brevi altra morte e distruzione, facendo fare utili ai signori della guerra, si utilizzavano velivoli russi e gli operai dell’aeroporto civile. Si inviavano armi camuffandole per aiuti umanitari, in aggiunta ai già sostanziosi invii dell’aeroporto militare.
Lo stop imposto dagli operai ci da l’occasione per estendere la diserzione a questa guerra su molti terreni.

Questa nuova struttura a chi serve? A cosa serve?

In un paese in cui la sanità è al collasso, l’istruzione è al collasso, l’inflazione si sta alzando vertiginosamente, le bollette, gli affitti, il costo del carburante rendono milioni di persone dei debitori, un paese che vive devastazioni ambientali quotidiane e convive con la paura di un conflitto planetario, si pensa ad aumentare le spese militari, portandole a 39 miliardi di euro.  Circa il 64% della spesa italiana per le missioni militari all’estero è destinato a operazioni collegate alla difesa di fonti fossili, in particolare, due missioni militari hanno come primo compito la sorveglianza e protezione delle piattaforme di ENI ubicate nelle acque internazionali.
Le cose però non sono tutte lisce per il governo nazionale e territoriale.
Il presentatore  del programma Rai “L’eredità” Flavio Insinna, bucando l’omertà rispetto alle folli spese militari, ha affermato in diretta tv: “Non vi arrabbiate, per me il risparmio andrebbe fatto sulla spesa militare e con quei soldi andrebbero costruiti scuole, ospedali, case”.
Anche a Pisa c’è chi ha bisogno di ben altri investimenti. Non è fuori discussione che i cittadini inizino ad opporsi a questo investimento. Nei bar, tra i banchi di scuola, nelle case e negli spogliatoi dei posti di lavoro l’argomento è sulla bocca di tutt*.

 

 

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