Apes. Case piccine: come si fa a crescer famiglia?

L’Apes tra le tante case vuote decide di assegnare ai vincitori del bando Giovani Coppie appartamenti di pochi metri quadrati. La legge consente l’assegnazione di minimo un vano utile a persona (14 mq compresa la cucina) invece gli uffici destinano alloggi ancora più piccoli, determinando subito una prospettiva di sovraffollamento. Se la giovane coppia decide di voler diventare una giovane famiglia lo spazio a disposizione diventa immediatamente insufficiente, scontrandosi con le graduatorie di mobilità interna per sovraffollamento, farraginose e bloccate. Abbiamo raccolto due storie che parlano di queste problematiche.

Intervista a Silvia, nuova assegnataria di casa popolare a La Cella nella graduatoria giovani coppie.                                                          Qual’era la tua situazione?                                                                                                                                                                                            Fino al 2013, vivevo con il mio compagno, lui aveva un contratto di lavoro part-time e io lavoravo saltuariamente al nero e non avevamo la possibilità di prendere una casa da soli, sia perché gli affitti dei bilocali in città superano i 600 euro al mese sia perché venivamo rifiutati da tutte le agenzie immobiliari che chiedono mille garanzie e busta paga alta, mentre il nostro reddito non era ritenuto sufficiente.

Quando hai partecipato al bando ERP?
Nel 2013, quando una trave della palazzina in cui vivevo ha ceduto, sono intervenuti i vigili del fuoco ed è stata evacuata per emergenza e dichiarata inagibile. A quel punto insieme agli altri residenti e al progetto Prendocasa ci siamo rivolti ai servizi sociali. All’inizio ci proponevano di farci ospitare da amici o di tornare a casa dei miei genitori in Sardegna e fare la pendolare, pur essendo residente da anni qua. Nonostante le loro insistenze, in tanti e determinati siamo riusciti ad ottenere il contributo all’affitto e il pagamento della caparra anticipata dalla Società della Salute per poter cercare un nuovo alloggio. Dopo varie porte chiuse in faccia da parte delle Agenzie Immobiliari siamo riusciti ad ottenere un contratto d’affitto di 550 euro per un appartamento a Riglione.

Siete riusciti a pagare regolarmente l’affitto?                                                                                                                                                           Si, fino al 2015 quando io ho perso il lavoro e al mio compagno hanno dimezzato le ore, nonostante il contributo di 200 euro al mese, tra le varie spese per bollette e per mangiare, non riuscivamo ad arrivare a fine mese. Quindi abbiamo cominciato a versare solo i 200 euro del contributo all’affitto in attesa che ci chiamassero per la graduatoria della casa popolare.

Quando è arrivata l’assegnazione?
A Gennaio ci hanno chiamato per portare i documenti aggiornati. Eravamo terzi nella graduatoria definitiva per giovani coppie. A febbraio ci hanno riconvocato per l’assegnazione definitiva. Avevamo diverse scelte tra cui un “bellissimo monolocale”, a detta loro, di 26 metri quadri piano terra e un altro a Calambrone, 22 km di distanza da Pisa. “Sono case nuove moderne e bellissime” ci dicevano, ma evidentemente poco gli importava se avevamo un solo mezzo ed entrambi lavoriamo a Pisa. Saranno anche “case belle e nuove” ma io conosco le persone che vivono nelle case popolari nei quartieri in città. Case che cadono a pezzi, senza manutenzioni e piene di muffa. Perché non sistemano queste invece che costruire il più lontano possibile dalla loro “città vetrina”?!

Ho insistito per avere una casa a Pisa e alla fine ho preso una casa di 39 metri quadri alla Cella. Dimensioni standard per giovani coppie: cucina, camera, bagnetto.

Che progetti avete per il futuro?                                                                                                                                                                                   Beh ho quasi 30 anni, vorrei costruirmi una famiglia. E’ anche vero che questo tipo di assegnazioni poco incentivano l’idea di “allargarsi”, sapendo come funziona il cambio alloggio per sovraffollamento. Non riesco ad immaginarmi crescere un figlio in 39 mq. Conosco persone che aspettano da anni una casa idonea e intanto i figli arrivano a compiere 15 anni. Eppure anche nel mio palazzo, come in tanti altri ci sono ancora molte case vuote.

Intervista a Giuliano, abitante di Gagno insieme alla moglie e alle figlie.                                                                                                                        Come ti è stato assegnato l’alloggio in Gagno?                                                                                                                                                          Dieci anni fa io e mia moglie ci ritrovammo sotto sfratto a Marina di Pisa, dove abitavamo. Dopo il sesto accesso, alla presenza della forza pubblica, fummo costretti ad uscire dall’immobile con la promessa dell’allora assessore alla casa che se avessimo fatto domanda come giovane coppia alla graduatoria ERP entro un anno avremmo ottenuto una casa. Così fu. Dopo un anno vissuto come ospiti da amici ci ritrovammo ad avere un’abitazione. Inizialmente ci proposero due alloggi piccoli e fatiscenti così optammo per il terzo, in Gagno.

Com’era la situazione appena arrivati e com’è tutt’oggi?                                                                                                                                    Ci accorgemmo subito di essere stati fregati. Entrammo dentro che la nostra prima figlia aveva già 3 anni e mezzo, eravamo una vera e propria famiglia e l’alloggio che ci era stato consegnato era decisamente troppo piccolo. Ci sono una cucina, una sala un bagno e una camera, tutto in 38 mq. Non sapevamo dove piazzare i pochi mobili che avevamo. Da quando è nata la nostra seconda figlia ci siamo accorti che la qualità della vita è decisamente calata. Cose che sembrano banali nel nostro appartamento non lo sono affatto: per mangiare dobbiamo spostare sempre tavoli e sedie, se vogliamo guardare la tv dobbiamo spostare il divano, non c’è spazio per scarpe o spazzatura. Ovviamente questo porta ad una mancanza di serenità nel nucleo familiare.

Da quanto tempo vivete in questa situazione?                                                                                                                                                    Sono praticamente dieci anni che abitiamo qua. Ci era stato assicurato che in un paio d’anni avremmo cambiato casa se avessimo fatto domanda di cambio per sovraffollamento. Adesso le mie figlie hanno dodici e quattro anni. Siamo settantunesimi in graduatoria e di un’altra casa neanche l’ombra. In commissione mobilità ci è stato detto che ci vorranno ancora anni.

Pensi esistano soluzioni al vostro problema?                                                                                                                                                              Ci sono centinaia di case vuote gestite dall’Apes in tutta la città. Dovrebbero essere assegnate a chi ne ha bisogno. È inutile che mi diano una casa più grande quando le mie figlie saranno già sposate. La casa serve principalmente a loro, che a questa particolare età hanno bisogno dei loro spazi poiché hanno determinati bisogni. Al momento l’unica soluzione che vedo è quella di fare in modo che le case vengano assegnate. Se così non fosse attrezziamoci per occuparle.