Assemblea pubblica: Il progetto di Sant’Ermete e il fallimento del Partito Democratico

Nel contesto della terza edizione della Festa del Pane nel villaggio di case popolari di Sant’Ermete si terrà venerdì 7 luglio alle ore 18 un’assemblea pubblica di quartiere aperta a tutta la città. Pubblichiamo di seguito l’appello. 

La battaglia dei residenti delle vecchie case popolari di Sant’Ermete è ad un punto di svolta. Da anni gli inquilini delle vecchie case fatiscenti si battono affinchè venga riconosciuto il loro diritto a case dignitose; contro l’ipocrisia di Apes, Comune di Pisa e Regione che prima approvano il progetto di riqualificazione e poi lo de-finanziano paralizzando i lavori per le nuove case. Dopo che anche l’ ASL, i Vigili del Fuoco e addirittura la Prefettura, ratificano ciò che da anni gli abitanti segnalano, e cioè la inabitabilità dei vecchi alloggi, adesso è rimasto soltanto il Partito Democratico a non voler riconoscere le rivendicazioni del comitato di quartiere.

La lotta contro la riduzione di Sant’Ermete a quartiere fantasma, passa dal riconoscimento dell’esonero dell’affitto, perchè è ingiusto che le Istituzioni scarichino sugli inquilini – e sul loro diritto ad un alloggio dignitoso – la scelta di non reperire i soldi necessari alla realizzazione di tutte le abitazioni, e di continuare a far vivere cento famiglie in case insalubri, insicure, inadeguate.

Nel frattempo l’Apes sta inviando a decine di inquilini che da un anno e mezzo portano avanti la forma di protesta dell’autoriduzione lettere di intimazione di sfratto, col solo obiettivo di intimorire la battaglia e continuando ad eludere un confronto politico sul fallimento del progetto di riqualificazione. I lavori sono paralizzati, le risorse economiche sono state prosciugate sull’altare dei patti di stabilità, nel mentre gli abitanti delle vecchie case devono pure pagare affitti illegittimi per vivere in alloggi fatiscenti?

Ma è sulla presa d’atto dell’impoverimento complessivo del territorio che vogliamo anche discutere ed organizzarci. Non solo la richiesta di esonero dell’affitto e la battaglia per le nuove case. A Sant’Ermete si lotta contro le assegnazioni in sovraffollamento delle case popolari; si lotta per stare insieme ed ottenere quei servizi indispensabili per una vita dignitosa: una raccolta differenziata condivisa ed utile; disinfestazioni da ratti e zanzare; si lotta per creare centri culturali e di animazione sociale. Si lotta per una sicurezza che abbia a che fare con illuminazioni, marciapiedi e passaggi pedonali al posto del Cavalcavia della Morte, che continua a mietere vittime di incidenti ed a rappresentare il maggior pericolo nel quartiere.

All’interno della Terza festa del Pane vogliamo confrontarci su come immaginarsi una rottura di questo impoverimento dei quartieri. L’attesa delle case nuove è un tempo snervante e indefinito, all’interno del quale abbiamo iniziato ad organizzarci per vivere meglio e ottenere quelle risposte necessarie per progettare una fuoriuscita dall’emergenza abitativa e dalla precarietà. Prendere atto del fallimento del progetto di riqualificazione per noi è doloroso ma nello stesso momento ci ha dato quella consapevolezza delle piene responsabilità che il Partito Democratico ha nei confronti delle istanze di emancipazione e giustizia sociale. Ed in particolare:

– per la questione della partecipazione: il ruolo dei centri di partecipazione territoriale è stato sempre quello di negare una ricezione dei bisogni degli abitanti delle case popolari, ed ha funzionato, fino ad oggi, come semplice cinghia di trasmissione delle decisioni prese dall’Amministrazione Comunale. In cambio di fedeltà politica, ad esempio, il sottopasso di Putignano. A noi invece niente lavori di cavalcavia, niente posizione politica sull’esonero e sulla grave ed emergenziale situazione dei vecchi alloggi. Semplicemente la partecipazione per il PD deve essere tele-comandata: se non sei addomesticato, sei rimosso, ed anche banali domande o richieste d’interlocuzione vengono viste con paura e timore, scomodando le forze dell’ordine per ogni questione sociale.

– Per la questione delle periferie. In generale Sant’Ermete è paradigmatico dell’ostilità delle periferie alle politiche del Partito Democratico. Ovvero laddove il No al referendum costituzionale ha vinto, dove il Pd ha perso alle ultime elezioni, emerge lo scontro con la politica istituzionale affidata a spot elettorali, a liquefazione dei legami sociali, a incapacità di redistribuzione sotto forma di taglio dei servizi e degli investimenti pubblici e come presenza dello Stato solo come ordine pubblico da imporre a suon di tasse, debiti, sfratti e opere che impattano negativamente sui territori e positivamente solo per le tasche delle Banche e delle grandi multinazionali. Ma le periferie sono anche i quartieri dove emergono forme di cooperazione e di lotta che fanno del territorio un corpo vivo della politica.

– Per la questione dell’abitare nel suo complesso. Da Sant’Ermete è nata la contestazione alla legge regionale sulla casa “Saccardi”. Da qui partono i picchetti anti-sfratto per difendere il diritto alla casa dal libero mercato degli affitti. In generale la battaglia di Sant’Ermete è contro l’emergenza abitativa e la gestione di un patrimonio pubblico tenuto a marcire invece che essere riqualificato. Notizia degli ultimi giorni è anche che l’Apes ha inviato duemila lettere di ingiunzione di pagamento per inquilini a grave disagio economico e sociale, minacciandoli di sfratto. Non vogliamo permettere che queste Aziende che hanno lo scopo di dare la casa alle persone bisognose, facciano cassa sui più poveri, mentre la politica spreca milioni di euro salvando le banche e finanziando progetti inutili, fatti da imprese indagate per collusione con la mafia.

Da questi temi vogliamo iniziare una riflessione su una politica dei bisogni per la giustizia sociale e la lotta alle disuguaglianze, fortemente radicata tra le esigenze del nostro quartiere e non solo.

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