Braccia incrociate alla Bartolini Pisa

Nella notte tra Lunedì 23 e martedì 24 un centinaio di facchini operanti nel grande Hub magazzino di Lavoria – Pisa, si sono rifiutati di lavorare nel carico e scarico dei colli e delle merci dai camion. La motivazione scatenante è stata la completa mancanza dei dispositivi di protezione forniti dall’azienda ai lavoratori e soprattutto la vergognosa scoperta di migliaia di pacchi da smistare assolutamente non riferibili alla categoria di “beni di prima necessità”. Televisori, vini, cuffie, elettrodomestici, trucchi, ed un’altra marea di “cazzate” (così vengono giustamente definite dai facchini di Bartolini) presenti dentro i camion in attesa di vedere le braccia degli operai mettersi al lavoro per montarli sulle ceste e poi sul nastro smistatore.

Nel fine settimana il presidente del Consiglio aveva fatto ben sperare i facchini di questo comparto nel vedere chiudere le attività non essenziali e nel ri-regolare la produzione su ciò che in questa vera emergenza serve davvero. Macchinari e materiali sanitari, dispositivi di protezione, rifornimenti alimentari etc.. invece le grandi catene della distribuzione e della logistica continuano “a fare i furbi”. Devono smaltire le scorte e soddisfare le esigenze delle imprese multinazionali. Tutto questo ha un gravissimo costo per tutta la popolazione italiana. I lavoratori non possono rispettare la distanza di sicurezza, non sono riforniti di mascherine e altri dispositivi utili. Non vengono fatti i tamponi a coloro che lavorano o che sono alla mutua a causa di influenza. Compromettere la salute propria, dei propri cari e quella pubblica.. ma per chi? Per cosa? La prova di forza di stanotte, dove cento operai sono rimasti fuori dalle porte del magazzino fino a fine turno ci parla della giusta intransigenza nel non voler ammalarsi e nel contestare la propria funzione di operaio in questo momento.

Negli scorsi giorni il capo di gabinetto del ministero dell’interno ha inviato comunicazione alle prefetture, compresa quella di Pisa, di “possibili disagi” che si sarebbero venuti a creare nel comparto logistico, a causa di “irresponsabili agitazioni sindacali”, proponendo di verificare l’utilizzo dei corpi dei Vigili del fuoco per garantire la circolazione delle merci e dei beni essenziali. Una stupida provocazione e criminalizzazione da parte dell’autorità, che finge di non vedere che sono proprio queste agitazioni operaie a garantire oggi più che mai l’incolumità della popolazione, nel non voler far circolare il covid19, nel cercare di evitare quanto sta succedendo vergognosamente in Lombardia, a Bergamo in particolare. Lì l’arroganza e l’avidità degli industriali non guarda neanche in faccia alla morte di massa che si sta verificando, a causa del propagarsi incontrollato del virus e al conseguente collasso sanitario. Il prefetto dovrebbe occuparsi di ammonire e sanzionare le aziende che vogliono continuare a far lavorare per operazioni inutili la forza lavoro.

Le braccia incrociate degli operai di Bartolini sono un esempio per tutti e un ammonimento per le autorità: nei prossimi giorni, senza limitazioni e senza protezioni, continueranno i magazzini a stare chiusi.