Breaking the Wall: Convegno per la Palestina

Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento. Mentre la formazione si piega sempre più alle esigenze della guerra, un muro sorge tra le torri d’avorio e d’acciaio dell’accademia, nella sua illusoria neutralità, e i bisogni effettivi della società: bisogni di pace, democrazia, autodeterminazione e giustizia sociale. Sta diventando chiaro ed evidente che il sapere prodotto nelle nostre università sia posizionato e situato in maniera tutt’altro che neutra. Le complicità con le accademie israeliane, con l’industria bellica ed ecocida, sono l’espressione più violenta e tangibile di un intero complesso di scienze, saperi e conoscenze che è sempre più integrato e piegato ai fini della guerra, della sua legittimazione culturale, dell’affinamento dei suoi mezzi informatici e tecnologici, della disumanizzazione razzista e coloniale su cui il genocidio si può fondare. 

Il dual use non è l’eccezione, ma sempre di più una regola e una norma: i piani di riarmo, le indicazioni dell’UE sulla ricerca e il progressivo definanziamento delle università, rendono sempre più necessario e strategico il trasferimento tecnologico per continuare a nuotare e sopravvivere nella vasca degli squali dei grandi finanziamenti europei e contribuire alla vorace fame di innovazione che gli apparati bellici, industriali, energetici, culturali e mediali richiedono. Allo stesso tempo, da più parti sentiamo l’esigenza di opporci, mettere dei sassolini in questi ingranaggi che macinano crediti, anni di ricerca, borse, lezioni ed esami, nella normalizzazione di un sistema che si presenta come sempre più funzionale alla guerra e all’evento paradigmatico del nostro tempo: il genocidio in Palestina. Un evento paradigmatico perchè racchiude la “soluzione finale” di questo sistema capitalistico in crisi: il genocidio, la completa disumanizzazione di una popolazione e della sua fiera Resistenza, la curvatura di un intero sistema politico, culturale e scientifico, come quello sionista, dentro la macchina bellica. Un genocidio in diretta instagram, di fronte al quale un movimento di riscatto etico e politico nelle università ha alzato la testa e preso parola per poter decidere cosa, come e per chi studiamo e creiamo nuova conoscenza. 

Il Convegno che proponiamo ha l’obiettivo di fare breccia in questo muro, discutere, approfondire ed evidenziare come i nostri saperi siano situati e di necessità investiti da questa mobilitazione bellica sin nelle loro fondamenta: la nostra lotta per il boicottaggio e il disinvestimento, per la rottura delle complicità, la lotta di milioni di studenti, ricercator, docenti in tutto il mondo e in primo luogo del popolo palestinese, hanno aperto uno squarcio sul radicale bisogno di un’alternativa per quello che studiamo, ricerchiamo, insegniamo. Nelle nostre Università abbiamo capito da subito di essere una parte del problema e di avere il compito di opporci alle complicità e agli affari delle nostre istituzioni con il sionismo e la guerra, per poter contribuire, qui dove siamo, a essere anche una parte della soluzione. Ma abbiamo compreso anche come sia necessario costruire e immaginare alternative per l’accademia, per le scienze, per la nostra formazione, diversi orientamenti che guardino alla trasformazione della realtà, al suo miglioramento per la società, alla loro funzione per la giustizia e per l’autodeterminazione dei popoli. 

Per questo proponiamo un Convegno in cui discuteremo di diversi temi, con ospiti dal mondo accademico, giornalistico, dei movimenti, da tutta Italia e dal mondo. Saranno tre le tracce dei panel che vogliamo articolare nelle due giornate per contribuire a rafforzare e arricchire il punto di vista di tutt coloro che, in modi differenti, ambiscono a un’Università che sia alternativa al suo ruolo complice e integrato nel complesso militare-industriale e che sia effettivamente promotrice di liberazione, pace giusta, democrazia e giustizia sociale.

Academy for Palestine. La conoscenza come campo di battaglia nella solidarietà con la Palestina.

Le università e la ricerca non sono neutrali: spesso alimentano processi di militarizzazione, colonialismo e oppressione, ma possono anche essere strumenti di resistenza e solidarietà. Questo panel esplora il ruolo dell’accademia nei conflitti, interrogandosi su come il sapere venga utilizzato per sostenere sistemi di dominio o, al contrario, per contrastarli. Quali responsabilità hanno le istituzioni accademiche e come possiamo trasformarle in spazi di giustizia e liberazione? Verrà, in particolare, approfondita la formazione del complesso accademico-militare-industriale e le lotte che in questi anni ne hanno messo in discussione l’esistenza e gli interessi. 

Science for Palestine. La scienza come strumento di guerra e controllo e il suo possibile uso alternativo.

La scienza e la tecnologia sono sempre più integrate nei meccanismi di guerra, sorveglianza e sfruttamento coloniale. Dall’uso dell’Intelligenza Artificiale per il controllo della popolazione all’industria militare che influenza e cattura la ricerca scientifica, fino all’estrattivismo e alla devastazione ambientale come strumenti di dominio, la Palestina rappresenta un caso emblematico di queste dinamiche. Questo panel intende analizzare il ruolo della scienza in questi processi e discutere possibili alternative per una scienza democratica e dal basso, al servizio della giustizia e della liberazione.

Humanities for Palestine. Narrazioni, memoria e resistenza

Le scienze umane e sociali sono strumenti fondamentali per comprendere e contrastare i processi di oppressione. Il colonialismo e l’orientalismo hanno costruito narrazioni che giustificano la violenza, mentre la guerra colpisce non solo i corpi, ma anche le culture, le tradizioni e la memoria dei popoli. Allo stesso tempo, le discipline umanistiche possono essere spazi di resistenza, costruzione di alternative e promozione della pace. Questo panel esplorerà il ruolo delle scienze umane nel genocidio in Palestina, interrogandosi su come il sapere possa contribuire in maniera differente alla giustizia e alla liberazione.

Ogni panel sarà articolato nei due giorni in dibattiti e approfondimenti su come le scienze, i saperi, la ricerca, siano implicati nello scenario bellico e genocidario in Palestina, e come possiamo e dobbiamo iniziare a immaginare una direzione alternativa. Il programma completo si può trovare qui sotto e sarà aggiornato sui canali social di studentxpalestina_pisa con approfondimenti sui singoli panel nel corso del mese di maggio.

Programma completo

GIOVEDÌ 29 MAGGIO
Polo Carmignani – Aula 3/4
11:00 – 12:00Accoglienza
12:00 – 13:00Academy for Palestine  Right to education in Palestine: università e scuola ai tempi del genocidioCollegamento con l’Università di Birzeit
13:00 – 14:30Pausa pranzo
14:30 – 15:30Science for Palestine  Tecnologia, guerra e intelligenza artificiale: Israele come paradigma della scienza capitalistaDibattito con Riccardo Angius (Dublin City University) e Daniela Tafani (Università di Pisa) 
15:30 – 16:30Science for Palestine  Ecologia, estrattivismo e genocidioApprofondimento a cura di ReCommon e Mazin Qumsiyeh (Bethlehem University)
16:30 – 17:00Coffee Break
17:00 – 18:00Academy for Palestine  Voci dalle lotteIncontro con National Students for Justice in Palestine (USA) e Giovani Palestinesi d’Italia
18:00 – 19:30Science for Palestine  Prospettive ed esperienze per una scienza democratica dal bassocon Science for the People Italia, Elisa Lello (Università di Urbino) e Sara Giordano (Kennesaw University)