CASA, la priorità di Pisa. Nuova assemblea pubblica a Sant’ermete

La piattaforma soluzioni abitative promuove per la giornata di domenica 8 ottobre, dalle
ore 18, un’assemblea pubblica per continuare il percorso “casa, la priorità di Pisa”, che si
terrà nella piazza del quartiere popolare di sant’Ermete.

Quest’autunno è caratterizzato dalla ripresa fortissima di procedimenti di sfratto nei
confronti di centinaia di nuclei che non riescono a pagare canoni affitto libero mercato, a
contratti concordati “falsati” a esclusivo beneficio della riduzione fiscale per le proprietà.
L’aumento dei tassi d’interesse su scala europea sta generando inoltre una nuova massa
di espulsioni di piccoli proprietari che non sostengono i rialzi delle rate del mutuo.
L’impennata dei prezzi è sostenuta dall’avidità delle piattaforme che gestiscono i fenomeni
di turismo breve e dalla speculazione sulla pelle e sulle finanze della composizione
universitaria. Tutto ciò è salito anche agli oneri della cronaca grazie alle mobilitazioni
studentesche delle “tende in piazza” e delle battaglie cittadine contro la gentrificazione
delle città.
Trovare casa sul mercato privato è diventato impossibile anche per coloro che sono
obbligati a nuove odissee dalla scadenza dei contratti per finita locazione e dai loro
mancati rinnovi per favorire l’ulteriore messa a valore tramite B’n’B’.
Questa violenta crescita del potere del mercato immobiliare snatura, stressa e impoverisce
la vita di migliaia di persone nella nostra città private della serenità di un alloggio sicuro e
dignitoso, e non trova alcuna risposta significativa da parte delle istituzioni pubbliche
nell’invertire la tendenza in atto.
L’uscita delle graduatorie dei migliaia di beneficiari di alloggi pubblici e sociali non
corrisponde ad una effettiva messa a disposizione dell’immenso patrimonio di alloggi,
stabili, palazzi, strutture pubbliche e semi pubbliche presenti in città.
Il sistema di assistenza sociale e di investimenti in piani casa di edilizia popolare si è rotto.
Come hanno dimostrato le proteste, i picchetti, l’auto-recupero degli alloggi e le
rivendicazioni di questo ultimo anno, non è questione di “mancanza di efficienza statale”,
ma di una logica aziendale che vuole a tutti i costi risparmiare sui diritti delle persone,
creando sprechi e vuoti immobiliari insostenibili a fronte dalla domanda di massa di
protezione sociale e abitativa.
Che fine hanno fatto le risorse del PNRR e dei PINQUA pensati per ristrutturare i quartieri
popolari? Qual è la situazione effettiva dei finanziamenti per la morosità incolpevole e i
contributi agli affitti, dopo i tagli del governo?
L’orizzonte governativo, diretto dal “rigore europeo” è quello della criminalizzazione “di chi
non ce la fa a pagare”, degli insolventi, degli indebitati. E’ una guerra di chi ha il potere nei
confronti di chi occupa e protesta, come vorrebbe il governo che vuole approvare una
legge pesantissima e ignobile nei confronti delle occupazioni abitative. Il presente è già il
de-finanziamento pubblico, la dismissione e vendita degli immobili statali e previdenziali e
il dirottamento di miliardi di euro dalla spesa sociale in funzione di spese militare e riarmo -come dimostra la cieca e assurda ostinazione istituzionale nel voler costruire la base
militare nel parco naturale di san rossore.
Un futuro fatto di povertà, violenza, competizione tra persone in difficoltà, debiti e
sfruttamento lavorativo spinto dal dover spese sempre più eccessive per l’abitazione e i
consumi.
Questo non è quello di cui la maggioranza delle persone ha bisogno. In tantissim*
abbiamo già dimostrato che è possibile organizzarsi, produrre rivendicazioni e momenti di
lotta per ottenere l’aumento esponenziale degli alloggi sociali disponibili, la partecipazione
diretta degli inquilini alla gestione del patrimonio pubblico, l’abbassamento drastico dei
prezzi degli affitti e la sospensione di sfratti e pignoramenti.
Servono le case per le donne che non vogliono più subire la violenza domestica,
economica e istituzionale.
Servono case per chi vive in sovraffollamento.
Servono case per chi campa del proprio stipendio e non può più permettersi di
“regalarlo” per la metà all’affitto.
Servono case per i e le giovani e gli studenti, senza essere derubati da proprietari
senza scrupoli.
Servono case per chi da anni fa domanda ma dall’attesa della graduatorie ottiene
solo di continuare a vivere male.
Le abitazioni ci sono, a migliaia, vuote. Vanno sistemate e assegnate. Vanno difese
dalla speculazione, dagli sfratti e dall’abbandono.
Invitiamo tutte le persone e le realtà interessate alla battaglia per la giustizia abitativa a
partecipare attivamente!
Pisa, 4 ottobre 2023

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