Tantissime persone anche da Pisa ieri pomeriggio hanno raggiunto Firenze per prendere parte al corteo regionale contro l’aggressione turca alla Siria del Nord. Una mobilitazione che, ancora una volta, si inseriva in una giornata internazionale di solidarietà alla resistenza del Rojava.
Una piazza che aveva il compito di smascherare le tante ipocrisia a cui stiamo assistendo: dal finto stop al commercio di armi verso la Turchia annunciato dal Ministro Di Maio, ma valido solo per le commesse future, mentre mezzi militari e munizioni italiane continuano ad essere spediti verso Ankara; alla finta tregua annunciata dal Governo di Erdogan, a cui però sono seguiti nuovi attacchi e bombardamenti.
Corteo veramente numeroso, oltre 5000 le persone in piazza; il percorso si è snodato per le vie del centro, con alcuni interventi anche in inglese per comunicare coi tanti turisti incuriositi nella zona del Duomo. Toccante anche l’intervento del padre di Lorenzo Orsetti, presente alla manifestazione.
Giunto sotto al Comune il corteo ha deciso di non fermarsi. In tante parti del mondo per il 19 ottobre era stata scelta la pratica del blocco, e anche la Toscana doveva fare la sua parte; in migliaia sono quindi ripartiti in corteo ritornando verso la stazione di Santa Maria Novella. Giunti nei pressi della stazione il grosso del corteo ha deviato improvvisamente provando a raggiungere i binari, con l’obiettivo di bloccarli simbolicamente.
La celere si è immediatamente schierata a difesa dei tornelli, caricando i manifestanti. Un gruppo però è riuscito ad accedere all’atrio da un altra entrata, mandando la stazione nel caos; ne sono seguite altre cariche e spintoni della polizia.
Dopo oltre un’ora di presidio, i manifestanti si sono spostati all’esterno, bloccando la tranvia e la strada principale; mentre il presidio si avviava a sciogliersi, sono partite altre due cariche improvvise e immotivate, a cui è stata data pronta risposta.
Il messaggio della piazza è stato chiaro: sono necessarie soluzioni concrete. Blocco immediato e retroattivo delle forniture di armi alla Turchia, blocco dei finanziamenti UE, riconoscimento delle formazioni kurde, rifiuto della domanda turca di ingresso nell’UE. Finché Italia ed Europa saranno complici di questo massacro, nessuna pacificazione nelle nostre città.
[Di seguito due video, l’intervento del padre di Lorenzo Orsetti durante il corteo, e l’ultima carica all’esterno della stazione]