Dalla Palestina occupata: incontro con Samah Jabr a Pisa

Sensibili alle foglie e il Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa invitano, in questo momento drammatico per la Palestina, all’iniziativa che si terrà a Pisa il 16 novembre per incontrare l’autrice Samah Jabr, psichiatra e psicoterapeuta palestinese sotto occupazione.
– Giovedi 16/11 Pisa alle ore 18:30 c/o l’aula magna della Facoltà di Scienze Politiche in via Serafini 3

I libri di Samah Jabr:
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Sumud. Resistere all’oppressione**

Sono qui proposti alcuni testi scritti della dottoressa Samah Jabr tra il 2019 e il 2021 raccolti sotto il tema del sumud, un concetto che non significa solamente essere capaci di sopravvivere o di riprendere forza per gestire e adattarsi allo stress e alle avversità, ma implica anche mantenere un risoluto atteggiamento di sfida alla sopraffazione e all’oppressione. Le riflessioni dell’Autrice attraversano molti territori, dalla differenza di genere alla discriminazione razziale nella Palestina occupata, dal jihadismo salafita – qui assimilato al sionismo – alla resistenza contro l’occupazione. Una particolare attenzione è riservata al tema della salute mentale – guardata dal suo osservatorio di psichiatra e direttrice dell’Unità di Salute mentale del Ministero della Sanità palestinese – e all’esperienza della pandemia da Covid-19 vissuta sotto occupazione. Quale filo conduttore, l’invito a ri-considerare la solidarietà con gli oppressi terapeutica a tutte le latitudini.

[ Vai alla libreria](https://5lm1t.r.a.d.sendibm1.com/mk/cl/f/sh/6rqJfgq8dINmNjc0PBPt0XmIHwJ/eCC5Qg-oTbzI)

Dietro i Fronti

Queste cronache, scelte tra i numerosi scritti della dottoressa Jabr, si snodano nel corso del tempo, dal 2003 al 2017. Psichiatra, scrittrice, pensatrice e testimone, l’Autrice condivide in questa raccolta la sua esperienza di terapeuta sotto occupazione, affermando che la psichiatria e la psicoterapia non possono guarire le persone oppresse senza contemplare nella propria etica professionale la giustizia e i diritti umani come degli elementi essenziali per la salute mentale e il benessere dei pazienti. Samah Jabr considera il lavoro clinico alla luce
del contesto socio-politico e analizza il trauma psicologico transgenerazionale che segna la memoria collettiva palestinese, ma valorizza anche la solidarietà tra oppressi e la capacità di riunirsi in una causa comune come elementi necessari per la salute mentale dell’individuo e della comunità.
Prendere la parola. Far parlare. Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone. Parlare
per rompere il circolo vizioso della dominazione. Trovare la forza di preservare queste tracce, di far comprendere e condividere queste esperienze a quelle e quelli che vivono dall’altra parte del Muro della colonizzazione e dell’imperialismo. È indispensabile trasmettere e ripetere al mondo che, di fronte al sistema coloniale, il soffio della resistenza e della resilienza palestinesi è come il vento: nessuno può chiuderlo in gabbia.

[ Vai alla libreria](https://5lm1t.r.a.d.sendibm1.com/mk/cl/f/sh/6rqJfgq8dIR6SeCJNoEyrk29YYN/uZ2Pxudjd1Lr)

Sull’Autrice
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Samah Jabr, nata a Gerusalemme Est nel 1976, è psichiatra e scrittrice. Attingendo alle sue osservazioni cliniche e attualizzando il discorso di Frantz Fanon, testimonia della vita quotidiana nella Palestina occupata, invitandoci a riflettere su salute mentale, colonialismo e diritti umani. E’ autrice di Derrière les fronts, edito in Francia da Premiers Matins de Novembre e Hybrid Pulse nel 2017 – pubblicato da Sensibili alle foglie nel 2019 con il titolo Dietro i fronti – e protagonista dell’omonimo film di Alexandra Dols, Hybrid Pulse.

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