FERMARE L’ESCALATION. Cronaca di quattro giorni di lotta, campeggio, assemblee

Il 4 giugno si era svolta, su iniziativa del Movimento No Base un’assemblea nazionale in piazza Don Minzoni a Pisa. Fu in quel momento che molte realtà concordarono per l’avvio di un processo di costruzione di un movimento contro la guerra e le guerre, che stanno crescendo in maniera esponenziale mostrando tutte le conseguenze annesse su milioni di vite coinvolte in questo scenario.

Un mese e mezzo dopo, un campeggio ha preso vita nel territorio pisano. Da giovedì 13 a domenica 16, centinaia di persone hanno attraversato l’area dei “Tre Pini” a San Piero a Grado, di proprietà dell’Università di Pisa e situata di fronte alle reti del CISAM, una vasta base militare italiana e interforze, all’interno dell’”Hub” militare pisano-livornese.
Sono state affrontate a viso aperto tematiche differenti, con la volontà di tracciare e ampliare quel filo rosso che le unisce di fronte all’avvitarsi in forma esponenziale del conflitto bellico.
Devastazione ambientale, risorse economiche, militarizzazione dei diversi ambiti della vita -dai media alle scuole-, significato della guerra come espressione patriarcale più alta, conseguenze sulle vite dei cittadini, sono solo alcune delle riflessioni che hanno permesso di schiarire le idee rispetto alle cause, le responsabilità e le conseguenze della guerra.
Cittadini pisani, sindacati di base, associazioni territoriali, realtà studentesche, movimenti contro le grandi opere, realtà femministe, comitati per la salute e di solidarietà internazionale hanno raggiunto il luogo da tutto lo stivale e dalle isole ed hanno partecipato al mantenimento dell’evento. 
Partecipato all’allestimento di bagni, docce, pasti garantiti a tutte e tutti, concerti e cura in tutti i dettagli.
Partecipato alla passeggiata di lotta, che ha indicato l’indisponibilità ad attendere che qualcosa succeda senza che nessuno faccia niente. Più di 300 persone hanno infatti attraversato i sentieri e le vie principali di San Piero a Grado per arrivare all’ingresso principale della base CISAM che è causa di avvelenamento e proiezione internazionale guerrafondaia, all’interno di un parco che dovrebbe essere privo di qualsiasi filo spinato. Percorrendo le reti militari è stata aperta una breccia tra le recinzioni, ad indicare che da tutta Italia non solo vi è la necessità di bloccare l’escalation bellica ma anche di iniziare a smantellare ciò che è già presente. 
La domenica è stata il momento di sintesi dei precedenti giorni. 
È stato lanciato da tutte le realtà presenti un momento di mobilitazione nazionale contro l’escalation per il 21 ottobre. In questa data verrà attraversato il territorio pisano per indicare la causa di questi conflitti. Ci sarà anche l’occasione di creare una mobilitazione sul territorio siciliano, emblema di un certo tipo di militarizzazione strategica nel mediterraneo. 

Ultima nota: è stato confermato il tavolo inter-istituzionale il 6 settembre a Roma. È evidente che non sarà semplice da parte del governo arrivare alla soluzione di una nuova struttura delle forze speciali a Pisa, senza che si facciano i conti con ciò che sta montando a livello nazionale. 

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