Il diritto allo studio non è un privilegio: PF24, disagio abitativo e uffici invisibili

Non è un mistero che la burocrazia universitaria sia una giungla, che diventa ancora più intricata nel momento in cui si va a parlare di tutto ciò che riguarda “l’oltre la laurea”.

Fino all’aprile dell’anno scorso era possibile conseguire il PF24, ossia un Percorso Formativo finalizzato all’acquisizione di 24 ulteriori CFU che costituivano un requisito di accesso alle graduatorie e ai concorsi per l’insegnamento.  Con il Decreto Legge numero 36 del 30 aprile 2022 il Ministero ha deciso di modificare questo percorso formativo, moltiplicando il numero di CFU necessari, facendolo passare da 24 a 60. Questa modifica comporta che lə studentə debbano di fatto sostenere un ulteriore anno di studi per maturare i crediti necessari. Un ulteriore anno di tasse e affitti da pagare, dunque, ma anche un anno in più in cui dover mantenere, per chi ce l’ha, la propria borsa di studio, il posto alloggio e il diritto alla mensa.

Come se non bastasse, dal 30 aprile ad oggi ancora non sono state fornite né dal Ministero né dagli Atenei le disposizioni su questo nuovo percorso formativo, andando a creare così una situazione di stallo in cui chiunque in questo anno accademico volesse conseguire il PF60 si ritrova impossibilitatə a farlo. Una falla molto grande che comporta per chiunque la perdita di un anno di vita e formazione; ma cosa significa per una persona che ha accesso agli studi universitari grazie ad una borsa di studio?

Migliaia di persone si ritrovano oggi a vivere in un limbo, in cui le Università e gli enti regionali per il diritto allo studio si rimandano vicendevolmente la responsabilità di decisione sulla vita dellə studentə, mentre dal ministero tutto tace.

In particolare, in Toscana, lo scorso luglio il DSU ha fatto uscire l’usuale bando per l’accesso a borsa di studio e posto alloggio. Come ogni anno è stato chiesto allə studentə di barrare una casella per dichiarare di essersi iscrittə, o di avere intenzione di iscriversi, al percorso formativo dei 24 cfu, tramite la quale potevano accedere ad una proroga di sei mesi della borsa di studio per agevolare il conseguimento del pf24. Rispetto agli anni precedenti, però, in questo bando era contenuta una nuova piccola clausola che metteva le mani avanti rispetto alla possibilità del cambiamento della legge, nella cui eventualità nessunə avrebbe potuto usufruire del semestre aggiuntivo a titolo gratuito.  Guarda caso, a pochi giorni dall’uscita del bando il DL 36/2022 è stato effettivamente convertito in legge, gettando definitivamente lə studentə in questo limbo burocratico.

Chi, da borsista, ha fatto richiesta di semestre aggiuntivo, dunque, si ritrova ora senza sapere cosa succederà di qui al prossimo mese. Il 31 marzo, infatti, scadrà la borsa di studio e con essa la possibilità di rimanere a titolo gratuito nelle residenze, e nessuna comunicazione ufficiale è arrivata dal DSU sulla possibilità di accedere effettivamente a quel semestre aggiuntivo di cui avevano fatto richiesta. Tantissimə laureandə, impegnatə nel conseguimento degli ultimi esami e della laurea finale, si ritrovano dall’oggi al domani con la minaccia di un vero e proprio sfratto imminente. In queste settimane, fra un esame e l’altro, hanno provato in ogni modo ad entrare in contatto con il DSU, cercando delle minime risposte in grado di alleggerire il carico di stress dovuto ad una situazione abitativa diventata tutto ad un tratto precaria.

Da parte dell’Azienda Regionale, però, non sono arrivate altro che risposte evasive e rivelatrici della linea classista di chi dovrebbe garantire il diritto allo studio e invece si cura solo del proprio profitto. “Potete rimanere”, è stato risposto, “ma solo se siete dispostə a pagare 250euro di affitto per l’alloggio in residenza”. Non accontentandosi di questa risposta, lə studentə hanno continuato a cercare un’interlocuzione, recandosi insieme all’ufficio residenze del DSU di Pisa. Ufficio che, dal periodo del covid, è diventato un vero e proprio ufficio fantasma: sul sito ci sono gli orari di apertura, ma la porta è sempre sbarrata.

Ottenuto finalmente di poter parlare con il personale, le risposte sono state ancora più preoccupanti. Di fronte ad un gruppo di studentə, moltə dellə quali internazionali (e quindi ancora più colpitə dal problema, non potendo decidere di tornare a casa dall’oggi al domani), la responsabile delle residenze su Pisa ha espresso chiaramente l’idea di considerare la possibilità di accedere al semestre aggiuntivo un privilegio e non un diritto che il DSU dovrebbe garantire, scaricando la responsabilità di trovare una soluzione alternativa solo sulle spalle dellə studentə, accettando di gettarlə nella giungla del mercato privato degli affitti, ad Aprile, in una città universitaria come Pisa che ricordiamo essere la capitale degli sfratti nel 2022.

La prospettiva lasciata di qua al 31 marzo, dunque, è solo quella della lotta per garantire il diritto allo studio e all’abitare in Università. Quel che è certo è che quel giorno nessunə uscirà di casa senza soluzioni, e lə studentə pretenderanno che a trovarle sia il DSU.