Dopo più di un mese termina l’acampata di studenti e studentesse, il Senato Accademico straordinario di Unipi del 13 Giugno si rifiuta di riconoscere nelle Istituzioni Universitarie con cui l’Università di Pisa ha accordi uno
snodo cruciale nella produzione e riproduzione del genocidio, dei crimini di guerra e contro l’umanità
( Qui la documentazione completa presentata al Rettore e ai senatori).
Se le istituzioni Universitarie si assumano la responsabilità di implementare la spirale guerrafondaia, non solo studentə ma anche il personale tecnico-amministrativo, moltə dottorantə, ricercatori e docenti cominciano ad organizzarsi per proseguire questa lotta nei prossimi mesi.
Di seguito il comunicato di Studentə per la Palestina:
“Sumud esprime al contempo stato mentale e spinta all’azione. Sumud non significa quindi solamente essere capace di sopravvivere o essere in grado di riprendere forza per gestire e adattarsi allo stress e alle avversità; esso implica pure di mantenere un risoluto atteggiamento di sfida alla sopraffazione e all’occupazione. Il sumud costituisce la base di una vita di resistenza, ancorata alla terra come un olivo dalle radici profonde, che persevera l’identità, cerca l’autonomia e la capacità di agire, salvaguardia la storia dei palestinesi e la loro cultura dall’annientamento.”
Samah Jabr
Di seguito il comunicato di Student per la Palestina
Da anni all’interno della comunità studentesca è presente la necessità di avere più spazi universitari che siano attraversabili dallə studentə e da chi li vive, luoghi di incontro, vita comunitaria e condivisione.
Sumud nasce come spazio vitale all’interno di un sistema universitario asfissiante, che non ha mai ascoltato questa esigenza, ma anzi ha costruito poli sempre meno adatti ad essere vissuti, unicamente adibiti alla frequentazione di lezioni e svolgimento di esami, tagliando fuori la dimensione di confronto e comunità.
Dopo il Senato del 13 giugno è risultato più che mai chiaro come l’università abbia bisogno di un sistema più democratico, più aperto al dialogo con la comunità accademica e pronto ad accoglierne le richieste, senza piegarsi a giochi di potere, dettati dal privilegio di chi siede negli attuali organi decisionali.
L’Università siamo noi, chi la attraversa ogni giorno, e per questo ci riprendiamo uno spazio per sviluppare la nostra alternativa realmente democratica.
Mentre negli ultimi mesi l’università ha più volte confermato di schierarsi dalla parte dell’oppressore e della guerra, Sumud nasce per essere un luogo in cui costruire un’università realmente libera da ogni complicità con il genocidio in atto e con industrie che investono nella guerra, un luogo dove piantare le radici di un sapere decoloniale, antimperialista e antirazzista, schierato dalla parte di chi resiste, contro ogni forma di oppressione.
Il genocidio in Palestina non si ferma, l’apartheid israeliano continua e continua l’occupazione illegale dei territori palestinesi.
Sumud nasce come spazio di lotta, dove organizzarsi per continuare la mobilitazione portata avanti negli ultimi mesi, diventando capillari all’interno della comunità accademica e della città tutta per essere ancora più rumorosə, ancora più fortə e ancora più incisivə.
Non possiamo fermarci e non ci fermeremo finché la Palestina non sarà libera!