No a Coltano, sì alla base? No, grazie!

Da giorni si susseguono le dichiarazioni sul progetto di costruzione di una mega base militare a Coltano, nella periferia di Pisa, tra la base USA di Camp Darby e l’aeroporto militare di Pisa.  Pare, ma su questo ci riserviamo di attendere i documenti ufficiali, che i fondi coi quali si è deciso di costruire la base non siano del PNRR ma siano “fondi strutturali e di investimento europei”, che sulla carta si pongono lo sviluppo sociale dei territori regionali, delle aree rurali e marittime. E allora dovremmo parlare di sviluppo. In una base militare ci si addestra, si spara, ci si formatta per la guerra esterna ed interna, si crea il nemico.

Ci chiediamo che sviluppo del territorio pisano dal punto di vista “ecologico” ci sarà se giornalmente si inquineranno i terreni con ogni sorta di proiettile, se quotidianamente si sposteranno mezzi leggeri pesanti per esercitazioni, se ci sarà un eliporto in funzione per partenze e atterraggi, se ci saranno centinaia di carabinieri che consumeranno a rotazione  quell’angolo per poi partire in ogni altro angolo del mondo, se si cementificheranno ettari su ettari…

Una vera farsa il comunicato dell’Arma dei Carabinieri, ufficialmente “titolare” del progetto di quasi 73mila metri quadri di bosco e campi agricoli: “Basso impatto ambientale, nascerà anche un asilo”, dicono.

Caserme, magazzini, uffici, palestre, una pista di atterraggio, piscine ed altro per un totale di circa 445mila metri cubi di cemento, superiore per estensione allo stesso complesso ospedaliero di Cisanello, in un’area protetta da vincoli paesaggistici e ambientali; sarebbero compensati da qualche guardia forestale a cavallo che pattuglia il Parco di Migliarino-San Rossore, probabilmente per assicurarsi che l’importante campo Rom della zona sia definitivamente smantellato, da un orto botanico e da qualche albero piantato per ombreggiare la distesa di cemento.

Questa struttura è diametralmente opposta ai bisogni di una parte consistente degli abitanti di  Pisa e della Toscana. Si spenderanno centinaia di milioni per, nei fatti, aumentare armamenti, specialisti della guerra, per sviluppare una mentalità di ricerca ossessiva del nemico interno ed esterno alla nazione. Si dice che siamo in clima di guerra e si vede.

Quanti ospedali si potrebbero ampliare con questi fondi? Quante case potrebbero essere ristrutturate o costruite ex-novo in un contesto in cui migliaia di persone vivono sulla propria pelle le difficoltà abitative nelle proprie case popolari e nelle case in cui sono costretti a pagare affitti immensi senza avere in cambio nessun servizio? Problemi che dopo il consiglio comunale del 14 aprile sono stati sotto gli occhi di tutte e tutti e che hanno costretto il consiglio comunale a prendere una decisione netta per il blocco della forza publica agli sfratti, sotto la spinta dei movimenti all’abitare. Ma ancora quante scuole e quanti servizi di trasporto pubblico potrebbero essere ampliati, in un contesto in cui si è costretti a portare i propri figli a scuola da una parte all’altra della città senza mezzi propri? La lista potrebbe andare avanti all’infinito, ognuno leggendo potrebbe aggiungere pezzi che riguardano le difficoltà della propria vita. Questi sono problemi reali…

Sono e saranno reali anche gli obiettivi che già si pongono i nuclei speciali dei carabinieri in questione. Per nemici interni essi intendono chi si organizza nei propri territori per pretendere condizioni di vita decisamente migliori rispetto alla miseria quotidiana. Abbiamo visto i colonnelli dei carabinieri bussare le porte della sede nazionale di USB per “scovare” una pistola nascosta in un cesso, evidentemente messa lì a provocazione di un sindacato di base che da subito si è opposto alla guerra. Troppo spesso abbiamo sentito di operazioni speciali dei carabinieri per reprimere nei modi più svariati le forme di dissenso. Gli abitanti della Val di Susa, in Piemonte, da 20 anni si oppongono al progetto estremamente dispendioso e devastante del Tav. Si oppongono agli appalti al sapore di ‘ndrangheta e all’inquinamento ambientale. Essi conoscono molto bene l’operato dei carabinieri nei loro territori: arresti, occupazioni di paesi, vessazioni, molestie, botte. È così che i “paladini della giustizia”, rispettati da ogni componente politica istituzionale, conosciuti soprattutto per gli interventi speciali antimafia, si ritrovano a difendere i mafiosi e le devastazioni ambientali.

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Proprio oggi si parla di “risultati” sull’opposizione alla base nell’area protetta di San Rossore e Massaciuccoli. Un coro di voci cerca di ottenere consensi alla rincorsa di chi questa base non la vuole. Eugenio Giani, governatore della Toscana, tira fuori la testa dalla sabbia e aspetta dei fogli progettuali che sono stati consegnati sulla sua scrivania già un anno fa. I responsabili dell’ente parco di San Rossore fanno lo stesso. Il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha fatto un incontro preliminare con l’Arma dei Carabinieri, a cui ne seguirà uno il 4 maggio tra Arma, Regione Toscana e Comune di Pisa, in cui ha portato avanti la tesi di spostare la base di qualche metro, fuori dai confini del parco.

Il Pd fa sapere che il parco non si tocca e la soluzione è già pronta: il deputato Luca Sani e l’assessore regionale Leonardo Marras si sono detti favorevoli allo spostamento a Grosseto, altro luogo martoriato dalle basi strategiche italiane.

Insomma, si pensa di aver già risolto il problema, la base si farà, basta che il parco non si tocchi.

Si sono però tutti dimenticati che sono in corso operazioni di allargamento della base Camp Darby, sia attraverso la costruzione di nuove linee ferroviarie che collegheranno la base direttamente al porto di Livorno, anch’esso in trasformazione progettuale per consentire una maggior celerità negli spostamenti di armamenti da una parte all’altra del globo, sia con la nuova porzione di terreni che consentirà di erigere un nuovissimo centro operativo del 9° reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin, il cosiddetto reparto Punta di Diamante. Si sono dimenticati che negli ultimi anni si sono costituiti diversi nuovi centri strategici, come il COMFOSE, anch’esso nel cuore del parco.

Allora possiamo stare sereni che di mera propaganda si tratta. A nessun politico interessa la tutela del parco quando ci sono interessi strategici di portata internazionale. Certo non potevamo aspettarci altro dal partito del governo dei migliori, che nelle ultime settimane è stato in grado di aumentare le spese militari da 25 a 38 miliardi di euro, che ha azzerato l’iva per i beni e servizi che riguardano armamenti, che taglia e cuce alla faccia di chi il condizionatore non lo ha mai avuto ed è costretto fare sacrifici per portare il pane a casa.

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Per fortuna sul territorio si sente bisbigliare. “Città in comune” ha comunicato che martedì 19 alle ore 21 si terrà un’assemblea pubblica al circolo Arci di Coltano, in via Palazzi 39, che si preannuncia calda, soprattutto per la prima presa di parola degli abitanti della zona. Potrebbero essere presenti realtà cittadine che hanno le idee chiare su cosa NON vogliono. Potrebbero esserci anche centro-sinistra e centro-destra che a parole si oppongono, ma nei fatti sono i responsabili di progetti simili. Potrebbero esserci realtà ambientali che si battono in ogni angolo di Toscana contro la devastazione ambientale. Sarà sicuramente un primo necessario passo.

In definitiva opporsi a questa base, ovunque essa venga riprogettata, è una necessità. È la necessità di chi non vuole la guerra. La necessità di chi non vuole che si continui a devastare, inquinare, cementificare. La necessità di chi ha bisogno che questi fondi vengano investiti nelle case, le scuole, i mezzi pubblici, i parchi, i campi da coltivare che non ci sono. La necessità di chi ha bisogno di organizzarsi per cercare di cambiare un sistema che ci vuole isolati e deboli, senza che si venga accusati di essere sovversivi, ma umani.

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