Ripartono le proteste nelle scuole pisane, da settembre studenti e studentesse denunciano l’indifferenza delle istituzioni nel risolvere i problemi di edilizia scolastica pre-pandemia e la strutturale mancanza di aule con cui si è aperto l’anno scolastico 2021-2022.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg, la più evidente, i motivi di queste manifestazioni sono profondi e radicali, di seguito il documento diffuso da studenti e studentesse del Liceo Scientifico Dini di Pisa.
Oggi, in data 16 novembre 2021, noi studenti del Liceo Dini abbiamo occupato la scuola. L’inizio dell’anno scolastico è stato accompagnato dall’emersione di varie problematiche, fonti di un evidente disagio generale che ci ha portato a questo forte atto di disobbedienza civile.
Un atto compiuto con il fine di mettere in luce questi problemi, conseguenze di un sistema scolastico italiano che cade a pezzi, e ribellarci contro le istituzioni che continuano ad ignorare noi e tutti gli studenti della città. La questione più evidente nella nostra scuola è la mancanza di aule, ben 10: tema di competenza della provincia che già da giugno scorso era al corrente del fatto che nel nostro liceo e ai licei Carducci e Buonarroti, mancassero delle aule. Nonostante le numerose richieste della scuola, la provincia si è completamente disinteressata del problema, tant’è che a settembre, fino a due giorni prima dell’inizio della scuola, non sapevamo come saremmo rientrati. Alla fine, è stato deciso di convertire due laboratori e l’aula magna in classi, e di variare l’orario ordinario, alternando giorni da 6, 5 e 3 ore giornaliere, difficili da sostenere mentalmente e fisicamente e creando notevoli difficoltà agli studenti pendolari. Questo ci ha spinto ad organizzare diversi presidi e una grande manifestazione in data 11 ottobre, in cui ci siamo uniti agli studenti delle altre scuole arrivando in gran numero fin sotto l’edificio della provincia, da cui è sceso il presidente Angori che ha promesso di ascoltarci e di darsi da fare. Evidentemente il dialogo non ha funzionato perché dopo due settimane sono arrivate due proposte dalla provincia completamente inaccettabili e quindi rifiutate: la riconversione di un capannone pronto non prima di ottobre 2023 ed un altro edificio non disponibile prima di 3 mesi e con i soffitti tanto bassi da non essere a norma. Anche se, dopo tutto questo, è sorta la notizia di una possibile soluzione ben più semplice ed immediata: l’utilizzo di alcune aule dell’adiacente Istituto Galilei-Pacinotti che paiono essere libere o comunque non sufficientemente sfruttate.
La scuola, a partire da fine giugno, ha richiesto le modalità di organizzazione delle aule di questo istituto senza ricevere alcuna risposta né dalla dirigenza e né dalla provincia. Ne abbiamo abbastanza di tutto questo menefreghismo, di tutte queste chiacchiere e promesse, abbiamo bisogno di soluzioni immediate ed efficaci, non possiamo e non vogliamo abituarci a questa organizzazione oraria. Quello delle aule, però, non è l’unico problema: abbiamo bisogno di una scuola diversa, più giusta, più inclusiva ma questi non sono aggettivi che si addicono al Liceo Dini di oggi. Ce ne siamo resi conto quando è stata negata l’attivazione della carriera Alias ad un ragazzo transessuale (la carriera alias è un progetto che prevede un profilo burocratico alternativo e temporaneo, a sostegno delle studentesse e degli studenti transgender, che permette di sostituire il nome anagrafico con quello adottato) che non si sentiva totalmente accettato e rispettato dai docenti. Quando è stato chiesto il motivo di questa decisione, la preside ha risposto che la scuola non è pronta e che il progetto potrebbe “turbare la sensibilità di un gruppo di docenti” e che “non rispetta le loro idee”, idee che vanno ad intaccare la libertà e il benessere di alcuni studenti. Tutto ciò è molto grave ed un cambiamento di mentalità è necessario. Dopo alcune riflessioni, però, la dirigente si è dichiarata favorevole al provvedimento, promettendo di proporre tale iniziativa nel prossimo CDI, sebbene ritenga necessario un lungo “percorso di sensibilizzazione” dei docenti. Non siamo sicuri se la carriera Alias verrà avviata o meno e anche in caso positivo sicuramente la vicenda andrà molto per le lunghe, assecondando una forte ingiustizia ed evitando di mettere subito fine a questo disagio.
Per tutte queste ragioni oggi abbiamo deciso di farci sentire, di prendere in mano totalmente i nostri spazi e di sfruttarli nei giorni seguenti in modo da mostrare il modello di scuola che vogliamo. Non vogliamo utilizzare l’occupazione solo come mezzo di protesta ma anche come momento di informazione e formazione degli studenti grazie alla partecipazione di numerosi invitati e avviando un “percorso di sensibilizzazione” sulla carriera Alias aperto anche ai docenti. Daremo ciò che questa scuola non riesce a darci e lotteremo finché non otterremo tutto quello che vogliamo. Ci teniamo a sottolineare che gli studenti occupanti dovranno assolutamente rispettare le norme legate all’emergenza covid, con obbligo di mascherina e distanziamento all’interno dell’edificio scolastico. Potranno entrare solo gli studenti muniti di Green Pass e chi ne è sprovvisto dovrà effettuare un test rapido all’ingresso effettuato da un operatore sanitario.