“Ora basta: va cambiato tutto”. Comunicato del comitato sul crollo a sant’ermete.

A 24 ore dal crollo di intonaco e rasante del cappotto del lato destro dell’edificio di via Emilia 242, i e le residenti del quartiere di sant’ermete si sono riuniti in assemblea pubblica.

Dall’assemblea è emerso:

  • il crollo del cappotto è una tragedia annunciata che solo per puro caso non ha investito persone che solitamente transitano in quel luogo.
  • I vigili del fuoco hanno transennato tutta l’area del blocco dei 39 alloggi per effettuare rilievi sulle altre pareti. In questo momento non hanno riscontrato inagibilità di tutta la struttura e i 39 nuclei nuclei familiari non sono stati evacuati. L’area è stata transennata, chiudendo i parcheggi dalle auto e privando i residenti dell’ingresso lato case popolari vecchie.
  • A marzo 2022, veniva inaugurato in fretta e furia questo stabile dei 39 alloggi e avvenivano i primi trasferimenti abitativi dal vecchio quartiere. Da subito sono stati segnalate le proteste degli inquilini: infiltrazione di acqua, pareti e pavimenti costruite male (quando piove l’incrinatura del terrazzo fa defluire l’acqua in casa) contatori di acqua e luce invertiti tra inquilini, opere urbanistiche mai terminate, cantine allagate etc. Gli abitanti hanno convocato conferenza stampa e presidi pretendendo dalle amministrazioni interventi riparativi, che – anche nelle più piccole opere – non sono state eseguiti.
  • Le cause del cedimento sono evidentemente il frutto dell’assenza di controlli sui lavori effettuati dall’azienda pro.ter. Azienda che è stata rimossa da Apes dall’appalto nel febbraio 2022 dopo che gli abitanti del quartiere avevano iniziato una mobilitazione contro l’abbandono del cantiere avviato nel 2018 per la costruzione dell’edificio gemello dei 33 alloggi. Da quelle mobilitazioni, si è alzato un grido forte in tutta la città di Pisa degli abitanti dei quartieri popolari per pretendere una commissione d’inchiesta affinchè venissero fuori tutte le gravi responsabilità e i crimini commessi dai politici e i dirigenti responsabili dello sperpero di denaro pubblico (il contenzioso tra Apes e Pro.ter è per danni di 4 milioni di euro, ed è ancora in corso) e della sofferenza abitativa delle famiglie del quartiere.
  • Dalle attività di studio e indagine portati avanti dal comitato di quartiere con l’aiuto della lista città in comune, è emerso da subito che la causa di questi lavori eseguiti male sta nel ribasso dell’appalto del 43 per cento, e nel sistema di connivenza tra amministratori e aziende che scaricano verso il basso i costi di gestione. Disservizi, insalubrità, insicurezza degli edifici, dimensioni inadeguate ricadono sui costi nei bollettini di affitto e sulla vivibilità delle case popolari. La mancanza dei “controlli” non dipende solo dal singolo “addetto al controllo” ma deriva da questo sistema che non è interessato a costruire bene gli edifici pubblici.
  • La commissione d’inchiesta non è mai stata convocata. Ma le mobilitazioni sono andate avanti ed hanno portato tutte le Istituzioni (Regione Toscana, Comune, Apes) ad una tavolo con la comunità di quartiere nel luglio 2022 per “dare una svolta” alla riqualificazione di sant’ermete. Da quel tavolo l’impegno delle istituzioni è stato quello di “curare le ferite del quartiere” con manutenzione straordinarie, rifinanziamento dei lavori per il compimento delle opere rimaste a metà, di portare avanti con la comunità di quartiere il progetto di autorecupero delle case vecchie e in abbandono, di individuare fondi e norme per intervenire sugli affitti ingiusti e sulle morosità incolpevoli.
  • Questo “crollo” è avvenuto sull’unico blocco di appartamenti realizzati (39) a 15 anni di distanza dall’annuncio della “rigenerazione urbana” che avrebbe dovuto riguardare l’intero quartiere di case popoalri (340 alloggi). La mobilitazione permanente negli ultimi dieci anni della comunità di quartiere di sant’ermete ha combattuto contro gli enormi ritardi, sprechi e soprattutto contro una pianificazione originaria errata pensata e ratificata dalle Istituzioni regionali e comunali. Gli abitanti di sant’ermete in questi anni di lotte e attività hanno messo in discussione questo sistema. Il progetto originario non si è mai realizzato, è fallito prima con il definanziamento nel 2016 poi con l’abbandono dei cantieri da parte delle ditte che lavoravano al ribasso. Si è creata una pianificazione popolare dal basso che ha influenzato le istituzioni fino ad arrivare, con gli scioperi dell’affitto e le proteste in strada, ha fare cambiare il masterplan dalla passata giunta comunale.
  • Dal luglio 2022 il nostro quartiere si batte per vedere realizzati gli impegni presi: le opere di manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza degli edifici esistenti già realizzati; la conclusione del cantiere dei 33 appartamenti con materiali e progetto revisionato, la realizzazione di tre blocchi di edilizia popolare con una ristrutturazione integrale degli edifici, l’auto-recupero degli appartamenti della parte vecchia del quartiere – portata avente da decine e decine di famiglie in emergenza abitativa.
  • Il crollo dl 25 ottobre indica con chiarezza la distanza che esiste tra gli impegni assunti su carta e la realtà. Questo “fatto” non sarà l’ultima tragedia annunciata se da subito non cambia questo sistema fatto di appalti al ribasso e mancanza di potere decisionale tra gli inquilini e inquiline delle case popolari sui tempi, sui costi, sui lavori da eseguire. Ogni rassicurazione portata avanti dalle istituzioni suona oggi come una presa in giro: il distacco dell’intonaco e del rasante di ieri si può riprodurre anche nelle altre parti del palazzo (e dei palazzi erp costruiti negli scorsi anni). Da subito serve una verifica straordinaria dei collaudi e una commissione popolare per mettere in sicurezza tutti gli edifici. Per questo ci vogliono soldi, e il potere decisionale degli inquilini sulla gestione delle case popolari. L’assemblea di ieri sera, affollata da abitanti di via bandi, inquilini dei blocchi nuovi e del vecchio quartiere e famiglie in autorecupero, con la presenza di numerosi solidali tra cui diversi consiglieri comunali, ha quindi deciso:
  • di pretendere da Apes tutta la documentazione riguardo i collaudi e la verifica sui materiali utilizzati. Di pretendere dal Comune una commissione d’inchiesta sugli appalti al ribasso nell’edilizia popolare che stanno causando enormi disagi nel mentre i promotori di quei progetti fanno carriera in politica e nelle varie società e consorzi.
  • di dare mandato ai legali del comitato di procedere per danno erariale e richiesta di risarcimento per i numerosi disagi che gli abitanti di sant’ermete stanno pagando.
  • di organizzare la sospensione del pagamento del canone dell’affitto fino a che non verrà dimostrata l’abitabilità degli alloggi e degli edifici.
  • di organizzare un’uscita pubblica la prossima settimana per ottenere risposte sull’intera riqualificazione del quartiere: – messa in sicurezza degli edifici; – progetto di autorecupero dei vecchi alloggi portata avanti dalla comunità di quartiere.- sospensione degli affitti; – tempi di realizzazione e finanziamenti sui tre blocchi da ristrutturare.

Pisa, quartiere sant’ermete

26 ottobre 2023

Share