Piazza Franco Serantini: dopo 50 anni non si può più tacere

All’inizio di maggio è stata presentata una mozione, da “una città in comune” e “partito della rifondazione comunista”, al consiglio comunale per intitolare piazza San Silvestro a Franco Serantini. Quest’anno cadeva l’anniversario dei cinquant’anni dal suo assassinio.
La proposta è stata lanciata da decine di esponenti del mondo della cultura e dell’università, dalla Biblioteca Franco Serantini e sottoscritta da migliaia di cittadin*.
Dopo mesi di attesa si scopre nella riunione dei capigruppo di giovedì 15 giugno, per parola del capogruppo di Fratelli d’Italia a nome della maggioranza, che il sindaco Conti ha bocciato la richiesta di discussione al consiglio comunale di martedì 21 giugno.
Per denunciare questo abuso e richiedere la discussione e l’intitolazione della piazza a Franco Serantini si è tenuta conferenza stampa in piazza XX settembre.

Di seguito il comunicato stampa diffuso dall’Associazione amici della Biblioteca Franco Serantini e dalla Biblioteca Franco Serantini Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Pisa.

Dopo 50 anni non si può più tacere.
La Giunta comunale e il Consiglio non possono nascondersi di fronte alla storia di questa città: a Franco Serantini dobbiamo giustizia e dignità.

Lo scorso 5 maggio alla Camera del Lavoro di Pisa, di fronte a una sala piena, l’avvocato Antonio Cariello ha raccontato per la prima volta dopo mezzo secolo il suo breve incontro con Franco Serantini. Lo vide in carcere, con la testa ciondoloni e dolorante per i colpi subiti dagli agenti del reparto della Celere che lo avevano fermato, rispondere a fatica alle domande del pubblico ministero. Poche ore dopo sarebbe spirato nel reparto sanitario del Carcere solo senza avere ricevuto nessuna cura. L’avvocato Cariello, oggi tra i più importanti penalisti della città, ha sentito l’imperativo dovere di rompere un personale muro del silenzio, ha fatto una scelta basata su un forte senso civico, riconsegnare alla memoria della città un pezzo importante della storia del giovane Franco Serantini.
A livello pubblico il muro del silenzio era stato rotto 50 anni fa, poche ore dopo la morte di Serantini, quando le autorità carcerarie tentarono di farlo seppellire senza autopsia né accertamenti, e una grande parte della società civile si sollevò per cercare verità e giustizia. La stessa società società civile che in tanti decenni non ha mai dimenticato il giovane anarchico Franco Serantini.
Oggi la città ancora attende che Piazza San Silvestro, da sempre dedicata a Franco Serantini dalla memoria popolare, adotti formalmente anche il suo nome. Più volte negli anni è stata presentata l’istanza perché quella piazza, che ospita il monumento e la lapide posta sulla facciata del Palazzo Thoaur, diventi il luogo che ricordi la breve vita di Serantini.
Si ricorda che la Giunta comunale di Pisa aveva approvato una delibera per intitolare i giardini a Serantini nel 2012, in occasione dei 40 anni dalla morte, senza poi darle seguito.
La richiesta di dedicare la piazza al giovane è stata ora riproposta da una lettera aperta alla città e alle Istituzioni da parte di personalità e intellettuali, tra cui si ricordano Adriano Prosperi, Corrado Stajano, Carlo Ginzburg, Gian Mario Cazzaniga, Ilaria Pavan, Valeria Della Mea e Vinzia Fiorino, rilanciata poi da una nuova petizione online sottoscritta da quasi mille persone.
Crediamo che sia giunto il momento che il Consiglio comunale e la Giunta, confrontandosi con i cittadini, discutano questa proposta; se ancora esiste un minimo di coscienza e senso civico in chi nelle istituzioni pubbliche si ritiene rappresentante della comunità, non ci si nasconda dietro un ostruzionismo burocratico, si abbia il coraggio di prendere atto che la storia di Franco Serantini è fortemente legata alla storia di questa città e che ancora oggi la sua memoria è sentita e viva. La ferita aperta dalla tragica e ingiusta morte di Serantini rimane un forte ammonimento per tutti, di fronte al quale non si può che cercare ancora di rendere giustizia alla sua memoria e di favorire la diffusione di una cultura in grado di sostenere una società basata sui valori della solidarietà, dell’uguaglianza, dei beni comuni, dell’antimilitarismo e del rispetto della natura.

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Di seguito la lettera aperta scritta ad aprile dalla Biblioteca Franco Serantini e firmata da intellettuali e professor*.

PIAZZA S. SILVESTRO DIVENTI PIAZZA FRANCO SERANTINI:
PER RICORDARE IL GIOVANE ANARCHICO A 50 ANNI DALLA MORTE E PER RIPARARE L’INGIUSTIZIA CHE SUBì.

Lettera aperta alle cittadine, ai cittadini e alle istituzioni di Pisa

Tra pochi giorni ricorrerà il 50° anniversario della scomparsa di Franco Serantini: studente lavoratore di origine sarda, anarchico, morto nel carcere Don Bosco di Pisa due giorni dopo il fermo di polizia, dopo essere stato picchiato dalle forze dell’ordine nel corso della manifestazione del 5 maggio 1972.

Negli anni molte manifestazioni cui hanno partecipato migliaia di cittadini e molte iniziative che sono state intraprese anche a livello nazionale hanno tenuto viva la memoria di Franco; oggi le sue spoglie riposano al cimitero di questa città.

Dopo la morte gli amici e i compagni di Franco, insieme a gran parte della città, lo hanno voluto ricordare apponendo una targa sull’edificio dell’ex collegio Pietro Thouar (1972) dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita e ponendo nell’attigua piazza un monumento di marmo (1982).

Da quel momento per tutti gli amici di Franco e per tanti pisani la Piazza San Silvestro è diventata di fatto Piazza Franco Serantini. Più volte nei decenni scorsi è stata avanzata la richiesta di un’intitolazione formale della piazza a Serantini; nel 2011 furono raccolte oltre 1100 firme e la Giunta comunale deliberò che almeno i giardini della Piazza e del contiguo parco del Bastione del Barbagianni fossero dedicati alla memoria di Franco. Purtroppo a quegli impegni non sono seguiti i fatti.

Oggi crediamo sia giunto il momento di dedicare anche formalmente la piazza a Franco, come gesto riparatore di “giustizia” a fronte di tanta ingiustizia subita dal giovane studente lavoratore.
Pensiamo che l’affetto per Franco sia un sentimento ancora molto diffuso a Pisa, che da solo basterebbe a motivare questa richiesta. Ancora più forte però è il senso civico e lo spirito di solidarietà della comunità nel ricordare la memoria di un suo giovane concittadino, vittima innocente della violenza e di un grave abuso di potere. Il processo per Franco si è chiuso nel 1975 con un non luogo a procedere. Dunque nessuna giustizia è stata fatta sulla morte del giovane an archico.

Lo scorso 4 aprile, invece, la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna dei responsabili di un altro pestaggio avvenuto per mano dello Stato, quello di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009 mentre era in custodia cautelare. Dunque anche il diritto fa dei passi avanti nel nostro sistema: è giusto che sia così ed è giusto riconoscerlo. Dopo 50 anni finalmente possiamo assistere a uno Stato capace di am
mettere i propri errori e processare se stesso.

Intitolando la piazza a suo nome vogliamo rendere omaggio a Franco, per riparare parzialmente all’ingiustizia di un potere che ancora oggi non ha fatto piena luce sulle responsabilità della sua morte e lanciare un monito affinché ciò non possa più accadere.
Gian Mario Cazzaniga, Maria Valeria Della Mea, Ezio Menzione, Ilaria Pavan, Adriano Prosperi, Corrado Stajano per la Biblioteca Franco Serantini Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della prov. di Pisa

Franco Bertolucci (Presidente), Stefano Gallo (Direttore scientifico), Elena Franchini (Presidente dell’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini).

Pisa, 20 aprile 202

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