“PROGETTO DI COMUNITA’, NON SI TORNA INDIETRO”. Sant’Ermete verso il Consiglio di quartiere aperto.

Sant’ermete è un simbolo delle lotte abitative e contro la ghettizzazione dei quartieri nella città di Pisa. Da anni porta avanti progetti e iniziative di comunità contro il furto di risorse pubbliche in cantieri edilizi fantasma e appalti al ribasso e contro il cattovo abitare. Negli ultimi anni il “progetto di comunità” è entrato nel vivo da una fase di discussione a una di azione popolare che finalmente ha trovato eco anche tra le varie istituzioni che gestiscono l’edilizia pubblica. Senza trionfalismo e senza “carta bianca” nei confronti degli impegni presi dalle Istituzioni, il percorso di santermete ha a che fare con la democrazia dal basso e le possibilità di sindacalizazione delle periferie. Sabato 10 maggio avrebbe dovuto tenersi il consiglio di quartiere aperto, ma è slittato a causa dei festeggiamenti in A del Pisa SC. Comune ed Apes hanno confermato la loro presenza e la riunione pubblica è stata confermata per il 27 maggio, martedì prossimo. Condividiamo il comunicato scritto dal comitato degli abitanti in vista di qusto importante appuntamento.

Il Consiglio di quartiere aperto che abbiamo convocato per martedì 27 maggio ha un obiettivo: dimostrare ad Apes e alle Istituzioni che governano l’edilizia residenziale pubblica nella nostra città, che l’unione degli abitanti nei quartieri popolari è un fatto che incide positivamente sui progetti, sulle norme, sulla gestione delle case popolari. Un fatto che nasce dall’opposizione a tutti quei comportamenti che, ancora oggi, lasciano sole le persone di fronte all’insicurezza di non avere una casa. Sfratti senza soluzioni, alloggi vuoti e degradati, mancanza di soldi per fare manutenzioni straordinarie ma investimenti enormi per le spese militari. Nel merito, Sant’ermete è l’esempio che nella grave condizione di emergenza abitativa in cui sempre più persone si ritrovano, i quartieri popolari rinascono con l’organizzazione popolare, con attività, progetti e azioni che mirano a rendere concreto e dignitoso il diritto alla casa, affrontando con il lavoro comunitario il bisogno di servizi e la degradazione delle infrastrutture urbane periferiche (strade, marciapiedi, collegamenti etc). Noi inquilini di sant’ermete in tutti questi anni, in forma associata, abbiamo costruito VOLONTARIAMENTE:

  • monitoraggio dei lavori di rifacimento dell’intonaco del cappotto crollato nei palazzi “nuovi” pieni di problemi; segnalazione di tutti i difetti degli alloggi consegnati, mai risolti; richiesta di ispezioni e sopralluogo con tecnici e responsabili.
  • sistemazione di infissi, muratura, interni ed esterni dei vecchi palazzi ancora abitati e non soggetti a demolizioni, con la presentazione di progetti di autorecupero e di autogestione condominiale.
  • mediazione intra-familiare e sociale, con spazi dedicati all’ascolto e all’organizzazione delle riunioni condominiali per blocco sia nella parte vecchia che nuova.
  • accompagnamento, informazione e percorsi per centinaia di famiglie che avevano problemi di emergenza abitativa, per conoscere diritti e procedure, e non lasciare nessuno solo di fronte a sfratti esecutivi.
  • controllo e verifica degli addebiti condominiali ingiusti rispetto alle spese per i consumi eccessive a causa di impianti centralizzati non funzionanti e dispersivi.
  • intervento diretto di fronte a problematiche di manutenzione straordinaria e ordinaria nei palazzi, di sollecito delle ditte in appalto alla manutenzione straordinaria e del personale tecnico di Apes.
  • la cura del verde, degli spazi e delle aree comuni lasciate all’abbandono – sprovviste di cestini, di pulizia, di manutenzione.
  • Laboratori “oltrescuola” per bambini e bambine dai 3 ai 15 anni, con laboratori creativi, letture, attività motorie.
  • progetti di educazione ambientale e di pulizia comune straordinaria conr accolta differenziata.
  • scuola d’italiano con le donne, di vari livelli di alfabetizzazione
  • incontri e socialità per anziani, tombole e attività ricreative negli spazi comuni

La premessa di questo impegno è questa: i progetti di riqualificazione urbana e abitativa non devono essere oggetto di appalti al ribasso e di risparmio sui diritti fondamentali. Sicurezza e convivenza sono possibili se si affrontano i problemi investendo sul migliorare le condizioni di vita: sono le relazioni tra chi vive e condivide il territorio a poter cambiare la degradazione dei quartieri, e da dodici anni lottiamo con tutte le forze per aumentare i fondi economici per le case e gestire in modo condiviso ed aderente ai problemi effettivi le risorse disponibili. Il vecchio progetto di rigenerazione urbana si è schiantato su tutte queste contraddizioni, e grazie alla mobilitazione popolare siamo riusciti a far entrare le istanze reali nelle stanze dei bottoni: non siamo abitanti di serie Z. Le vecchie case costruite con le macerie del dopoguerra nel 1946 avevano e hanno bisogno di un vero progetto di ristrutturazione. Per questo la comunità di quartiere si è formata per ottenere questo grande obiettivo -300 alloggi finalmente dignitosi – e alcune nostre rivendicazioni sono state affrontate in questi anni, mentre altre rimangono “in sospeso”. Questa possibilità è dovuta alla tenacia e all’intelligenza del popolo, quella che ha permesso nel luglio 2022 di portare tutte le istituzioni qui nella piazza, e dopo anni di denigrazione, menefreghismo, bugie e abbandono completo, si è aperto un vero “Tavolo” CON TUTTE LE ISTITUZIONI COINVOLTE E RESPONSABILI. Per noi non è mai stata una questione di partiti al governo, ma di rapporto fondamentale tra abitanti del quartiere e apparati istituzionali che hanno il dovere di garantire livelli essenziali di prestazioni sociali. Un ruolo decisivo lo ha avuto il Prefetto, nel comprendere che la tensione prodotta dalla sofferenza abitativa doveva essere indirizzata nel modificare alcune scelte.

Siamo in un punto cruciale della nostra storia: ora è il momento di verificare i risultati di questo percorso. Perciò è fondamentale il Consiglio di quartiere aperto. E’ una questione di democrazia effettiva, e di giustizia. DIRE LA PROPRIA PENSANDO AL BENE COMUNE DEL QUARTIERE, NON AVERE PAURA DEL CONFRONTO E PROPORRE SOLUZIONI: lo facciamo da dodici anni e a maggior ragione lo dobbiamo fare adesso. Ed è importante anche che la presenza delle Istituzioni CI SIA, e non venga rimandata. Sul piatto, per tutto sant’ermete, dalla scuola alle associazioni, dai più anziani ai più piccoli, ci stanno importanti decisioni, ed il consiglio di quartiere aperto è una comunicazione non di propaganda, ma di dialogo schietto. Abbiamo bisogno di un parco giochi attrezzato per i nostri figli e per i loro compagni di scuola, senza che questo sia fonte di pericolo o disagio come avviene adesso. Abbiamo bisogno finalmente di depennare le morosità ingiuste accumulate nei vecchi alloggi a fronte di migliaia di euro spese per i lavori straordinari nelle vecchie case. Abbiamo bisogno di scomputi dai canoni di locazione per chi vive in un cantiere da anni e di finire i lavori nei palazzi nuovi. Abbiamo bisogno di non aprire nuove costruzioni al posto del verde pubblico, ma di unire giustizia abitativa e tutela ambientale.

DA QUESTO PUNTO NON SI DEVE TORNARE INDIETRO, la comunità’ degli abitanti deve avere voce nel monitorare, nell’indirizzare, nel criticare e anche nel dialogare quando si tratta di risorse pubbliche a fini pubblici. Soprattutto si tratta di risolvere i torti subiti per tanti anni dovuti al cattivo abitare: asme bronchiali, tumori e problemi di salute salute dovute a eternit delle tubazioni, controsoffitti crollati; drammi sociali per il sovraffollamento; incidenti e segregazione urbana dovuto al “cavalcavia della morte”; dispersione scolastica; rifiuti, cantieri aperti con degrado del paesaggio; inquinamento dovuti alle polveri e un senso di frustrazione perenne. Non ci scordiamo, perchè è ancora presente, la realtà di tanti e tante del quartiere: tantissimi anziani che nel 2011 attendevano speranzosi il realizzarsi del sogno di una casa dignitosa, non ce l’hanno fatta a vederla, se ne sono andati prima. Per questo tocca a noi, vecchi e nuovi inquilini di sant’ermete, continuare a lottare per realizzare veramente questi cambiamenti.