Protesta contro l’elemosina della Carta SIA

Questa mattina alcune decine di donne e famiglie hanno protestato agli uffici comunali di piazza XX Settembre. Dopo alcuni interventi al megafono è stato bloccato “a singhiozzo” il traffico del Lungarno.
Negli uffici della torre dell’Orologio vengono presentate le domande per la carta SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva) attiva da settembre del 2016 ad opera del ministero del lavoro e delle politiche sociali. Una misura di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate e in possesso di alcuni requisiti specifici:

  • la presenza di almeno un figlio minorenne o disabile nel nucleo famigliare o di una donna in stato di gravidanza certificata
  • ISEE inferiore a 3000 €
  • Tutti i componenti del nucleo familiare non devono percepire altri sussidi o assegni di disoccupazione (NASPI, ASDI, Carta acquisti sperimentale…)
  • Chi presenta la domanda deve essere in possesso della cittadinanza e residente in Italia da almeno due anni consecutivi, oppure essere in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo ed essere un familiare di un cittadino italiano o comunitario.
  • Non possedere auto immatricolate nell’ultimo anno o con cilindrata superiore a 1300 cc immatricolate negli ultimi tre anni (stessa cosa valida per moto con cilindrata superiore a 250cc).

La protesta di stamattina ha voluto denunciare come questo contributo (minimo) è estremamente difficile da ottenre; è invece semplicissimo perderlo o non accedervi proprio. Inoltre l’utilizzo del lavoro gratuito (in associazioni e/o cooperative) delle famiglie che accedono al contributo è un vero ricatto di servitù. Un ulteriore momento di avvicinamento allo sciopero internazionale dell’8 marzo che a Pisa prevederà mobilitazioni in tutto il corso della giornata e un corteo cittadino alle 17,00 in Piazza Sant’Antonio.

Di seguito il volantino distribuito questa mattina.

CAMBIAMO I REGOLAMENTI
BASTA L’ELEMOSINA DELLO STATO A CHI NON HA REDDITO!

Il S.I.A. (Sostegno all’Inclusione Attiva) è un nuovo contributo che lo Stato eroga alle famiglie in difficoltà economica. Un bonus che prevede un sussidio economico fino a un massimo di 400 euro al mese, concesso in base ai parametri specificati nel bando d’accesso. Questa misura, sbandierata dal Governo come risposta alla povertà nel nostro paese, si è in realtà rivelata l’ennesima bufala, con criteri d’accesso che escludono il 90% delle persone che avrebbero bisogno di un’integrazione al reddito.
Molte famiglie che avrebbero tutti i requisiti per accedere al contributo non sanno dell’esistenza di questo bando, perché nessuna istituzione, compresi gli assistenti sociali, le hanno informate o aiutate nella compilazione della domanda.
Inoltre ci troviamo a fare i conti con criteri escludenti, così come accade in ogni bando: la presenza di almeno un figlio minorenne o disabile nel nucleo famigliare o di una donna in stato di gravidanza certificata; ISEE inferiore a 3000 €; Tutti i componenti del nucleo familiare non devono percepire altri sussidi o assegni di disoccupazione (NASPI, ASDI, Carta acquisti sperimentale…); Chi presenta la domanda deve essere in possesso della cittadinanza e residente in Italia da almeno due anni consecutivi, oppure essere in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo ed essere un familiare di un cittadino italiano o comunitario; Non possedere auto immatricolate nell’ultimo anno o con cilindrata superiore a 1300 cc immatricolate negli ultimi tre anni (stessa cosa valida per moto con cilindrata superiore a 250cc).
Com’è possibile che il Governo dica di voler contrastare la povertà spacciando questo contributo come la soluzione per i nostri problemi quando solo pochissimi riescono a prenderlo? Forse per i politici chi ha 3100 euro è ricco? Forse chi per fortuna ha una macchina scassata che gli permette di andare in giro in cerca di lavoro non ha bisogno di aiuto?
Chi riesce ad accedere al contributo deve seguire un “percorso” di valutazione e collaborazione con gli assistenti sociali che possono obbligarti a fare “lavori” gratuiti per associazioni varie e se ti rifiuti perdi anche questi pochi spiccioli che ti danno.
Queste sono solo alcune considerazioni che vorremmo fare a chi per l’ennesima volta ci prende in giro con questi bandi farlocchi che ci spacciano per aiuti.
Vogliamo non avvilirci più! Non vogliamo più essere umiliati per le nostre difficoltà!
Vogliamo:
– Che la soglia ISEE sia più alta e che vengano esclusi dal conteggio tutti i contributi ricevuti dai servizi sociali, anche quelli una tantum che non rientrano già ora in quelli esonerati dal conteggio;
– L’estensione del contributo si nuclei famigliari senza minori, come giovani coppie, anziani soli e soggetti fuori dal mercato del lavoro senza figli a carico;
– Punteggi aggiuntivi per donne sole in attesa del primo figlio;
– Percorsi e progetti con i servizi sociali dove anche le famiglie abbiano voce in capitolo e non si debbano assoggettare passivamente ad ogni volere delle istituzioni;
– Nessuna disponibilità a prestare lavoro gratuito ad enti no profit del terzo settore privati, ma rapporti lavorativi con tutele effettive e reali che realmente portino le famiglie ad uscire dalla situazione di emergenza
– La possibilità di rifiutare soluzioni umilianti e di sfruttamento, senza perdere il contributo, senza vivere sotto il ricatto continuo di rimanere anche senza questo misero aiuto!

BASTA PRESE IN GIRO, BASTA ESSERE CONSIDERATI CITTADINI DI SERIE B!
VOGLIAMO RISPOSTE REALI AI NOSTRI BISOGNI
ED ESSERE PARTECIPI DELLA LORO COSTRUZIONE!