Sant’ermete: il comitato denuncia l’inabitabilità. L’Apes minaccia lo sfratto

Clima teso già dalle prime ore del mattino nel quartiere di Sant’Ermete, dove gli abitanti delle vecchie case popolari hanno ricevuto la visita degli incaricati Apes che volevano fare dei sopralluoghi negli appartamenti. A fare da scorta ai funzionari Apes c’era addirittura la Polizia Municipale.

Già nelle settimane scorse alcuni operai si erano presentati alle famiglie chiedendo di entrare negli alloggi per effettuare dei sopralluoghi per certificare lo stato degli immobili, ma senza alcuna volontà di rilasciare un’attestazione con nome della ditta, data e orario. Alcune famiglie, non capendo il perchè di queste visite, si sono rifiutate di lasciare entrare gli operai dell’Apes che non si erano neanche qualificati. Pochi giorni dopo l’Apes ha inviato dei telegrammi minacciosi agli inquilini, intimandoli di far entrare gli operai pena l’applicazione di sanzioni e la perdita dell’alloggio.

La voce dell’ente che gestisce gli alloggi popolari arriva agli inquilini nell’unico modo in cui sanno porsi, con arroganza e presunzione. Nessun avviso preventivo della visita degli operai era stato recapitato alle famiglie e nessun accordo su data e ora era stato preso in precedenza, scegliendo arbitrariamente le modalità del sopralluogo negli uffici di via Fermi, ignorando ogni possibile impegno degli inquilini.

La corsa ai sopralluoghi iniziata dall’Apes a seguito delle relazioni USL che certificano l’inabitabilità dei vecchi alloggi popolari di Sant’Ermente, sbandierata ai quattro venti sui giornali, non è altro che un tentativo di correre ai ripari dopo anni di abbandono del quartiere, dove le poche manutenzioni che sono state fatte sono state tutte a carico degli inquilini. Queste modalità minacciose sono forzature che hanno il solo scopo di intimorire le famiglie che ormai da quasi un anno praticano l’autoriduzione del canone sociale, trovando illegittimo pagare un affitto per delle case fatiscenti e non a norma, soprattutto alla luce di un piano di riqualificazione fallimentare che ha drenato ingenti risorse e che non è ancora arrivato al termine.

Non saranno questi espedienti a far arretrare gli abitanti, che continuano a chiedere a gran voce l’esonero dal pagamento degli affitti, l’unico atto concreto col quale comune e Apes possono assumersi la responsabilità delle loro mancanze.

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