Sant’Ermete vuole risposte, 2 marzo

SANT’ERMETE VUOLE RISPOSTE
Incontro pubblico sul “Progetto Comunità di Quartiere”

Sabato 2 marzo 2019 ore 17.00

Agli insegnanti, ai maestri delle scuole dove vanno i nostri figli,
Agli assistenti sociali che in questi anni si sono confrontati tantissime volte con i problemi del nostro quartiere.
Agli impiegati di Apes e dell’Ufficio Casa che hanno visto con i propri occhi la sofferenza causata da una mal gestione delle risorse pubbliche, dalle promesse di progetti che sono stati sempre disattesi.
Alle associazioni, ai comitati, ai sindacati che hanno partecipato con noi a tanti momenti di discussione sulla vita nelle periferie, che hanno realizzato attività sociali o che hanno portato la nostra voce in giro per tutta la città.
Ai gruppi consiliari del consiglio comunale che da 8 anni hanno ascoltato e fatto proprie le nostre rivendicazioni
Agli organi di stampa che hanno raccontato tantissimi articoli e servizi tv sulla situazione di sant’ermete

ore 16: passeggiata per il quartiere tra gli alloggi lasciati al degrado e quelli recuperati dalla comunità di quartiere

ore 17: illustrazione progetto comunità di quartiere e dei successivi passi da intraprendere
 protocollo dicembre 2013 Società della Salute/Apes: gli effetti disastrosi di una politica abitativa emergenziale; e la necessità di un nuovo regolamento sociale per le assegnazione degli alloggi vuoti.
 Il trauma degli alloggi non a norma: le cause legali contro l’Apes e il Comune
 mai più in sovraffollamento. Il cantiere delle case nuove e il progetto definitivo ad una sola camera.

Ore 18: La passerella ciclopedonale. “Contro il ghetto, Costruiamo ponti per sant’ermete.” Testimonianze di genitori, insegnanti, residenti sul cavalcavia pericolo di morte.

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Nello scorso dicembre l’Associazione che riunisce i 180 residenti del quartiere di case popolari di Sant’Ermete ha incontrato l’Assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa ed i dirigenti di Apes. Premessa di tale incontro era la presentazione del progetto “comunità di quartiere” realizzato secondo un metodo di partecipazione democratica di tutti gli abitanti, tramite il referendum del giugno scorso e le riunioni di blocco tra i vari condominii del quartiere. Tale progetto, presentato con più di trecento firme tra residenti e sostenitori, ha lo scopo di rimediare ai traumi subiti dal quartiere tra promesse tradite, progetti di riqualificazione falliti, finanziamenti pubblici prima stanziati e poi ritirati, e soprattutto alla mancanza di ascolto come comunità da parte istituzionale. Nota infatti è la condizione di insalubrità dell’ambiente determinato da case non a norma, fatiscenti, piccole, e da una disattenzione da parte dell’ente gestore nell’assicurare una dignitosa manutenzione a questi edifici realizzati con le macerie nel dopoguerra. Il progetto di abbattimento e di ricostruzione approvato nel 2011 prevedeva la ricostruzione di 264 appartamenti entro il 2018. Siamo nel 2019 e di questi alloggi ne sono stati realizzati solo 48, peraltro anch’essi che presentano notevoli problemi. Nel frattempo la parte vecchia del quartiere è stata destinata con un protocollo con la Società della Salute a luogo pressoché esclusivo di destinazione di nuclei in emergenza abitativa. Famiglie con numerosissimi problemi che si sono visti negli anni parcheggiati in loculi di 38 metri quadri con atti di assegnazione nei confronti anche di 8 persone. Il problema del sovraffollamento è infatti esploso con tutta la sua drammaticità. Questi alloggi infatti sono stati tolti dal patrimonio erp, quello destinato allo scorrimento delle graduatorie ordinarie, e versano quindi tra abbandono e cattiva gestione da parte dell’ente gestore.

Il nostro progetto “comunità di quartiere” quindi è stato presentato con l’obiettivo di ritrovare dignità e rimettere davvero al centro le periferie, nel senso di riprendere investimenti e dare attenzione ai bisogni espressi dalla popolazione. Nell’incontro del 28 dicembre le premesse sembravano condivise: tanto che al termine dell’incontro erano state individuate tre distinte date in cui avviare il confronto nei suoi dettagli tecnici. Un momento in cui confrontare il censimento dei nuclei residenti per realizzare i nuovi alloggi non più ad una sola camera, come prevede il progetto pubblicato sul sito di Apes. Un momento in cui confrontare, alla luce della nuova legge regionale che prevede il ricalcolo dei canoni di affitto per gli alloggi considerati fatiscenti, la disastrosa condizione delle case di sant’ermete con le richieste di risarcimento e di abbattimento delle morosità accumulate dagli inquilini negli anni. Un altro momento infine per revocare il protocollo di emergenza abitativa scaduto da tre anni e dare vita ad un reale confronto sulla base delle proposte avanzate negli anni di gestione diretta dei vecchi alloggi secondo un programma di autorecupero.
Inoltre la realizzazione della passerella ciclopedonale deve avere tempi e finanziamenti certi, e non essere tema di diatribe politiche tra i partiti della vecchia e della nuova maggioranza di governo. Su quel cavalcavia pericoloso, ogni giorno si continua a rischiare la vita e la sicurezza è costantemente minacciata.

Purtroppo l’incontro previsto per venerdì 15 febbraio, a causa di una decisione unilaterale presa da Comune ed Apes, è stato annullato. Noi cittadini costituiti nell’Associazione “comunità di quartiere di sant’ermete”, abbiamo chiesto alle Istituzioni di non sottrarsi al dialogo e di dare le risposte a tutti i punti, già contenuti nel progetto comunità di quartiere.

Sentiamo di essere vicini ad una svolta del nostro progetto “comunità di quartiere”; infatti le ragioni di questa protesta civile non sono più oscurabili sotto il mantello della legalità a senso unico. Troppe ed evidenti sono le responsabilità dello Stato nel trattare il nostro quartiere da Zona di serie Z. Innumerevoli sono le testimonianze di chi ha vissuto per troppi anni in anni in una condizione di povertà e di assenza di diritto. E forti emergono le voci dei protagonisti di questo riscatto sociale che non hanno alcuna intenzione di vedere per l’ennesima volta sottomesse le proprie inderogabili istanze di vivibilità.

Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare all’incontro pubblico del 2 marzo alle ore 17 nella piazza del quartiere.

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