Sull’abuso della libertà di espressione

Le forze di maggioranza in consiglio comunale hanno pubblicato un comunicato congiunto in cui provano ad attaccare le differenti forme di protesta che hanno attraversato la città in queste settimane, parlando testualmente di “abuso della libertà di espressione”. Pubblichiamo di seguito una prima risposta scritta dalle donne in lotta della Mala Servanen Jin.
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Leggiamo sulla stampa odierna una presa di posizione della maggioranza in Consiglio Comunale su quanto accaduto in queste settimane a Pisa in un comunicato che invita a “non abusare della libertà di espressione”.
E’ sorprendente sentire parlare di “libertà di espressione” dai partiti che, di fronte al violento sgombero della Mala Servanen Jin del 24 maggio, il giorno successivo votano di NON discutere in Consiglio né del progetto sociale che la “Mala” rappresenta, né della violenza delle forze dell’ordine che ha lasciato i segni sui corpi di 6 donne, di cui una con prognosi di almeno 30 giorni.
Gli stessi che chiedono alle forze dell’ordine di blindare Palazzo Gambacorti ogni volta che si tiene una riunione di Consiglio che dovrebbe essere aperto alla città.
La maggioranza si indigna per le proteste avvenute il 2 giugno e parte da queste per ridimensionare il diritto di parola delle cittadine e dei cittadini.
Ma cosa è avvenuto il 2 giugno a Pisa?
La mattina un gruppo di cittadine ha tenuto un presidio informativo e di raccolta firme nella adiacente piazza Garibaldi e quando una di queste ha chiesto di andare a vedere cosa avveniva in Vettovaglie, la celere e la Digos hanno risposto “voi NO”.
Qualche ora prima la Digos, in nome dell’antiterrorismo, ha rimosso uno striscione in solidarietà alla Mala Servanen Jin appeso alla finestra di una casa privata di una studentessa che è stata anche intimorita e identificata.
Durante le “celebrazioni” proibite ai cittadini, quattro ragazzi hanno scandito slogan antimilitaristi con il megafono da una casa privata: irruzione della celere in casa e fermo per tre di loro.
Tre esempi di garanzia costituzionale della libertà di espressione.
Poi, è vero, circolano video e grafiche ironiche sui social network. L’ironia è un’arma che il potere ha sempre tollerato poco, ha sempre voluto comprimere e cancellare. Una politica che si sottrae sistematicamente al confronto sui bisogni e sui progetti dei cittadini cerca di imbavagliare ogni forma di dissenso e di autorganizzazione. Sarà una risata che vi seppellirà.
Come Mala Servanen Jin invitiamo tutte e tutti al corteo del 10 giugno: DECIDE LA CITTA’!
Mala Servanen Jin – Casa delle Donne che Combattono
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