Tentato abuso sessuale su una bambina, il quartiere si rivolta

E’ successo ieri in Sant’Ermete. Un uomo italiano di sessant’anni, da pochi mesi residente nel quartiere, ha commesso atti osceni e tentato un abuso sessuale nei confronti di una bambina di dieci anni. La giovane ha lanciato l’allarme, avvertendo la madre e gli altri abitanti; immediata e furiosa la reazione, il maniaco si è dovuto nascondere e attendere l’arrivo delle forze dell’ordine per lasciare la casa incolume. Gli abitanti del quartiere hanno quindi lasciato segnali inequivocabili sul suo camper.

L’uomo, sconosciuto a tutti, si era da poco trasferito da Sant’Ermete dopo l’assegnazione straordinaria di una casa da parte della Società della Salute; pare che in passato avesse già avuto comportamenti di esibizionismo e atti osceni. La bambina, che con coraggio e intelligenza ha reagito immediatamente al tentativo di abuso sessuale, è figlia di una coppia di rom macedoni che da tempo abitano nel quartiere.

Da anni in Sant’Ermete cresce e si sviluppa una comunità che, con grande fatica, prova ad affrontare e superare le contraddizioni che si sviluppano nelle periferie, il razzismo, il consumo di sostanze, la violenza di genere. Una comunità che ovviamente non può tollerare un tentativo di violenza sessuale, specie se compiuto su una bambina.

Nel quartiere sono ancora tante le case popolari vuote, a causa dei ritardi e del sostanziale fallimento del progetto di riqualificazione e costruzione delle case nuove. Da tempo il comitato denuncia le modalità vergognose con cui il Comune sta assegnando queste case per emergenza abitativa: sovraffollamento, con famiglie numerose costrette a vivere in bilocali, appartamenti fatiscenti assegnati senza alcuna manutenzione. Un modo di fare che mira a ghettizzare ulteriormente la zona, nonostante gli abitanti lottino per migliorarla.

L’episodio di ieri ha confermato, una volta di più, che l’assegnazione delle case e l’arrivo di nuovi abitanti in Sant’Ermete, è un processo che non può più riguardare solamente il Comune e i sevizi sociali ma deve avvenire col protagonismo e il rispetto della comunità che nel quartiere abita, si organizza e combatte per la riqualificazione dal basso.

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