Unipi allo sbando: proteste in Rettorato

La mattina del 10 settembre si è tenuto un presidio degli studenti e delle studentesse che già si erano organizzati e sentiti in questo luglio,  sotto il rettorato durante un senato accademico.

L’esigenza nasce a causa dell’uscita del nuovo provvedimento universitario  in merito alla ripartenza dell’anno accademico: uno scempio. Non si potranno fare nessuna iniziativa studentesca, non si possono fare le lauree in presenza, una contraddizione stessa visto che ad ora c’è la possibilità della doppia scelta se fare gli esami normali in presenza o a distanza, ma la laurea, comunque momento importante per tanti giovani e per le loro rispettive famiglie, non sarà possibile, ma cosa ancora più allucinante, le aule studio all’aperto, nate non per grazia del Rettore, ma dopo una mobilitazione forte degli studenti e delle studentesse che hanno occupato il giardino di Storia e Filosofia per un mese intero,  organizzando i tavoli e il rispetto della sanificazione, rimarranno aperte fino a fine anno. E basta. 

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L’università come pretende che si studi al freddo, con mancanza di luce e senza corrente? Già a luglio si erano trovate le soluzioni: aprire le aule studio e le aule grandi di lezione e preparare tutto il necessario per la messa in sicurezza, già altre biblioteche a giro per la città sono aperte e attrezzate, perché L’università vuole lasciare i lavoratori a casa e gli studenti al freddo sotto la pioggia? Il Rettore non si è fermato qui: Ha aumentato le tasse straordinarie per i fuoricorso, fregandosene delle possibili difficoltà incontrate nello studio senza servizi, nello scorso lockdown e in generale in questa crisi globale, dove diavolo vanno questi soldi? Ma non è finita, senza comunicarlo a nessuno e nessuna ha anticipato la richiesta per la riduzione delle tasse dal 31 dicembre al 31 ottobre, sapendo che è un iter burocratico lento fatto di ISEE e contro ISEE.

Tutti piccoli stratagemmi per spillarci sempre più soldi a suon di more, tasse, oboli e decime di ogni tipo. Zero servizi, a prezzo intero e a pagarla sono studenti e studentesse e lavoratori e lavoratrici. L’atto finale della commedia, il giorno seguente Confcommercio, il sindaco Conti e il deputato Ziello, hanno fatto un aperitivo-comizio esortando il rettore a riaprire l’università, dicendo quanto fossimo importanti per le tasche di quei pochi li davanti, che siamo un’enorme indotto di soldi e che così Pisa muore. Trattati come Bancomat e Carte da strusciare importanti solo per pagare gli affitti e le birre la sera. Anche questo era ben espresso a luglio: le studentesse e gli studenti rimarranno a Pisa solo ad altri condizioni, solo se partecipanti attivi a dei processi decisionali sulla loro futuro e sulle loro tasche. 

 

Ci sarà un’assemblea generale della comunità universitaria Giovedì 17 Settembre in Piazza Santa Caterina alle 17:30