Un calcio in culo ai lavoratori stagionali

Abbiamo intervistato, in forma anonima, un lavoratore precario stagionale dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa che come ogni anno, sperava e aspettava la chiamata per ritornare a lavoro, dopo mesi passati in maniera alternata a percepire il sussidio di disoccupazione ad altri senza reddito. Questo racconto della propria condizione, mette alla luce una macro-categoria di lavoratori e lavoratrici che in questo momento pagano forse più di tutti la crisi sanitaria ed economica. Questo periodo dell’anno infatti coincide con la speranza, per moltissimi giovani e non, di ritrovare un lavoro, magari lo stesso dell’anno precedente, comunque un impiego. Nella ristorazione, negli stabilimenti balneari, in un supermercato o in un magazzino. Camerieri, baristi, pizzaioli, bagnini, scaffalisti e magazzinieri. Questi sono soltanto alcuni esempi che ci vengono in mente ma che scoperchiano una pentola che bolle a tremila gradi, composta da migliaia di persone che si stanno ritrovando senza soldi e senza sussidi economici, con affitti, bollette e rate della macchina da pagare e che si aspettano che il governo intervenga. Questa condizione di vita, già calpestata nella “normalità” prima della pandemia, vissuta tra un contratto di 3 mesi, giri e rigirii in mille uffici per sbrigare commissioni burocratiche a fine stagione, snervandosi per percepire un mese di Naspi, adesso, nell’era del Covid19, si è beccata un bel calcio nel culo. Ma i calci, come si impara agli allenamenti da ragazzini, a volte si pigliano e a volte si danno…

Da quanto tempo lavori in modo stagionale?

Sono 2 anni che lavoro con contratto a tempo determinato, ho iniziato nel 2018. La maggior parte degli operatori stagionali del settore aeroportuale firma un contratto a tempo determinato part-time, con causale stagionalità.

Cosa significa per te lavorare alcuni mesi e durante il resto dell’anno rimanere senza lavoro?

Abbiamo fatto di questa modalità di lavoro la nostra vita, ci siamo adeguati nonostante la nostra precarietà. Mi sento fortunato già ad avere un lavoro con queste condizioni, è un lavoro che mi piace dove riesco a dare tutto me stesso. Purtroppo quando scade il contratto, siamo costretti a chiedere l’indennità NaSPI in quanto dobbiamo aspettare che la stagione cominci nuovamente per essere chiamati.

Quando per te solitamente inizia la stagione di lavoro e quando finisce?

La stagione aeroportuale inizia con il cambio d’ora legale. Negli aeroporti il cambio d’ora porta ad un notevole aumento del flusso aereo. Di solito intorno ad aprile/maggio riceviamo la chiamata per tornare a lavoro, dopo lo stop invernale. Il contratto cessa intorno a settembre/ottobre.

In che modo per te/voi questo blocco del lavoro a causa del Covid19 influisce negativamente sul vostro reddito/vita? In che modo sopperisci alla mancanza dello stipendio che avresti percepito lavorando in questo momento? 

La diffusione del COVID-19 ci ha messi di fronte all’impossibilità di lavorare per un periodo indefinito. Nel nostro settore la crisi nn finirà quando il virus sarà passato. La nostra categoria di lavoratori è in ginocchio. Non lavorando naturalmente non percepiamo nessuno stipendio. Sopravviviamo grazie a qualche soldo messo da parte durante il lavoro e con l’indennità NaSPI che, io personalmente, ho percepito dal mese di novembre per 3 mesi. Ad oggi non ho un rientro economico e mi ritrovo senza lavoro. Mi chiedo fino a quando potrò farcela. Spero di ritornare alla normalità il prima possibile.

Che tipo di risposte vorresti da parte del governo e cosa fino ad ora ha fatto per la vostra categoria?

I lavoratori aeroportuali stagionali NON RIENTRANO NEL DECRETO ” CURA ITALIA “. Questo è INAMMISSIBILE, noi precari del trasporto aereo siamo tra le prime vittime di questa profonda crisi e non possiamo accettare che ci siano precari sostenuti e precari dimenticati. Hanno calpestato la nostra dignità. Anche noi siamo lavoratori, anche noi meritiamo una soluzione dal governo, anche noi meritiamo un po’ di rispetto.

Share