“La nostra pace è disertare la loro guerra”. Sabato manifestazione all’aeroporto di Pisa.

La Rete Italiana Pace e Disarmo denuncia l’avvio di un “ponte aereo” militare internazionale verso la base di Rzeszow, nella Polonia orientale, dove già dai primi di febbraio opera un comando logistico USA. Non a caso si è scelto l’aeroporto militare di Pisa, principale hub nazionale al servizio della NATO, posizionato a pochi chilometri dalla base USA di camp Darby. Insieme a quello di Pisa e’ coinvolto anche l’aeroporto militare di Grosseto.
La responsabilità di questi voli di morte ricade direttamente sul governo Draghi, che ha avviato il ponte aereo sin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, come parte dei provvedimenti del DL approvato il 27 febbraio dal Consiglio dei Ministri, che ha instaurato uno “Stato di emergenza” sino al 31.12.22, con “il dispiegamento di forze militari nell’ambito della Nato, permettendo di offrire aiuti alla popolazione sotto alle bombe”.
Si intende proteggere la popolazione ucraina dalle bombe inviando altre bombe e 3.400 militari italiani nei paesi confinanti l’Ucraina! Un provvedimento che mette tutti i nostri territori, infestati di basi militari USA e NATO, nel mirino di un possibile allargamento del conflitto.

Nel frattempo Usb Pisa denuncia che le armi verso l’Ucraina partono anche dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, mascherate da “aiuti umanitari”!

Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa ci hanno informato di un fatto gravissimo: dal Cargo Village sito presso l’Aeroporto civile partono voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non e’ così! Quando si sono presentati sotto l’ aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni, esplosivi. Una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi. Di fronte a questo fatto gravissimo i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo, aerei che in questi giorni atterrano prima in basi USA/NATO in Polonia, poi inviati in Ucraina, per essere poi bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi. Denunciamo con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura “umanitaria” per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina

Chiediamo:

1) alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti “umanitari”

2) ai lavoratori di continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace

3) alla cittadinanza di partecipare alla manifestazione di sabato 19 marzo di fronte all’aeroporto G. Galilei (ore 15) sulla parola d’ordine “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!”.

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