Presidio e corteo per fermare gli attacchi chimici del regime turco

Oggi un centinaio di persone hanno manifestato a Pisa contro l’utilizzo di armi chimiche sulle montagne del Kurdistan. Bambini e bambine, donne e uomini della comunità curda sono scesi in piazza per urlare a gran voce le responsabilità che nascondono dietro il silenzio delle istituzioni.

Dopo un presidio con interventi in piazza XX settembre la manifestazione è continuata con un corteo finito davanti alla Prefettura.
Lo stato turco continua a utilizzare deliberatamente armi chimiche e gas tossici, vietati da tutte le convenzioni internazionali, contro gli uomini e le donne del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan).

Sono ormai incessanti le operazioni di guerra portate avanti da Erdogan contro la resistenza curda nella quali sono state assassinate decine di civili e guerrigliere/i, di cui 17 solo negli ultimi giorni. Questi attacchi coinvolgono la Turchia, l’Iraq e il Rojava e avvengono nel silenzio della comunità internazionale che anzi legittima Erdogan, violatore dei diritti umani di base, come mediatore di pace e interlocutore economico.

Sono infatti tante le responsabilità italiane ed europee: finanziare con miliardi la chiusura dei confini in Turchia, vedere armi e mezzi militari, finanziare missioni militari all’estero che portano solo guerra e distruzione.

Negli scorsi anni i e le curde sono state al fianco della Coalizione Internazionale contro l’ISIS liberando moltissimi territori in Rojava e in Iraq. Tra questi le montagne di Shengal, attaccate dall’ISIS e abbandonate dall’Iraq e da tutte le forze internazionali. Solo grazie al PKK e poi alle YPJ e YPG si è fermato il massacro del popolo yezida e la vendita di donne e bambine come schiave.

Oggi chi ha sacrificato la propria vita per la libertà del proprio popolo e di tutti i popoli viene additato come terrorista. La manifestazione di oggi è stata un inizio, continueranno le mobilitazioni.

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